La Nuova Sardegna

Olbia

Il Pd a muso duro: sindaco, si dimetta

di Angelo Mavuli
Il Pd a muso duro: sindaco, si dimetta

Crisi di giunta, interviene anche il segretario Mario Addis «Solo divisioni interne e nessun interesse per la città»

10 giugno 2018
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TEMPIO. «a giunta Biancareddu, in questi tre anni al Comune, non ha mai operato per il progresso economico e sociale della città e per un suo futuro meno avaro. L’obiettivo fisso di Biancareddu, era e rimane, costi quel che costi, il suo ritorno in Regione». L’affermazione, è contenuta in un articolato comunicato stampa a firma di Mario Addis, segretario del Pd, emesso dopo un direttivo sezionale. «Il fallimento della giunta e le divisioni interne della maggioranza - continua Addis - si sono palesate in tutta la loro crudezza, con il maldestro quanto istrionico ritiro, qualche giorno fa, da parte del sindaco, di tutte le deleghe assessoriali e consiliari, giustificato come un presunto “tagliando della giunta”, alla pari di una Panda. Motivazione offensiva per l’intelligenza della gente, al tempo stesso ridicola e irreale, alla luce anche delle successive e quasi quotidiane esternazioni del primo cittadino, sempre più apertamente dure e pesanti nei confronti del suo vicesindaco Anna Paola Aisoni, ormai ufficialmente in corsa, anche lei, per una poltrona regionale». “Tagliando bufala” quindi, secondo Mario Addis, «cartina di tornasole rivelatrice che la litigiosità non è generata dalle problematiche gravi ed insolute della città ma da una corsa al seggio regionale. Per ottenere il quale entrambi i contendenti mendicano un aiuto ai potenti di Olbia, anziché confrontarsi con la città che era e rimane la grande dimenticata di questa amministrazione. Entrambi - dice il segretario Pd che fa un lunghissimo elenco di problematiche irrisolte -, stanno pensato solo alla loro carriera politica. Chiediamo che Biancareddu smetta di nascondersi dietro proclami che vogliono apparire nobili e che tali invece non sono. Liberi la città dalle catene e vada via subito dal Comune. Sarebbe più dignitoso per lui e indispensabile per la città che non vuole morire di inedia».

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