La Nuova Sardegna

Olbia

Vacanze vietate per i turisti dializzati

di Stefania Puorro
Vacanze vietate per i turisti dializzati

Il caso sollevato da Annibale Zucca, segretario regionale Aned: «I centri delle Assl non sono in grado di accoglierli»

10 giugno 2018
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OLBIA. Vacanze vietate nell’isola per i dializzati. Pochi, anzi pochissimi, i turisti e gli emigrati sardi che riusciranno a trascorrere qui le ferie: per loro non c’è l’assistenza. A causa della mancanza di personale in quasi tutti i centri dialisi della Sardegna, non si può garantire il trattamento salvavita a tutti coloro che arrivano da fuori. Una situazione gravissima e inaccettabile, denunciata da Annibale Zucca, segretario regionale del Comitato dell’Aned (associazione nazionale dialisi e trapianto) e medaglia d’oro al merito per la sanità pubblica. «Da mesi sono state avanzate richieste alle Assl da parte di persone che devono sottoporsi anche in vacanza al trattamento emodialitico - dice Zucca - e ancora oggi o hanno avuto risposte negative, oppure non hanno ricevuto nessun segnale».

E’ per questo che Zucca ha scritto una lettera all’assessore regionale della Sanità Luigi Arru affiché si trovi «una soluzione immediata per risolvere un’emergenza che riguarda l’intera Sardegna e che si sente in modo particolare nella Gallura costiera, essendo questo territorio tra i più gettonati dai turisti, dializzati compresi. Come ogni anno - si legge nella lettera -- riceviamo veri e propri appelli da parte dei nostri conterranei affetti da questa patologia i quali, per vivere, sono costretti a condividere a giorni alterni la loro esistenza con una macchina. La Regione non è mai stata in grado di programmare per tempo ancora una volta l’accoglimento nella nostra terra dei propri figli, i quali attendono con ansia il periodo in cui potrebbero rientrare a trovare i propri cari e i loro affetti lasciati nell’isola per trovare spesso fortuna altrove. Sono ben 80 le richieste avanzate formalmente al centro dialisi di Olbia, ma il problema come detto è diffuso un po’ in tutta la regione. Anche i turisti affetti da questa grave patologia lamentano le grosse difficoltà nei venire in Sardegna proprio a causa della scarsa disponibilità ad accoglierli, eppure ci fregiamo di essere una terra ad alta vocazione turistica, “evidentemente non per tutti”. La nostra associazione sollecitata da tantissimi interessati, in queste ultime settimane ha sentito diversi responsabili dei servizi dialisi, e ha constatato che nulla è stato fatto per risolvere questa grave situazione».

Le persone che chiamano sono disperate e amareggiate. «Ieri - ha aggiunto Zucca - mi ha chiamato una signora da Roma in lacrime, perché non poteva accontentare il marito dializzato che voleva tanto stare un po’ con i suoi parenti sardi. Difficile trovare le parole per confortare chi aspetta il momento di andare in vacanza per lasciare la “prigione” in cui è costretto a vivere»

Sì, perché come Zucca ha sottolineato «le persone affette da questa invalidante malattia sono costrette a stare “in carcere” tra le propria mura domestiche senza aver commesso nessun reato. Nel tempo si sarebbe potuto programmare un progetto che vedesse coinvolto il personale medico e infermieristico, sempre ben disposto a venire incontro agli ammalati. Invece niente. Ecco perché chiediamo un intervento per risolvere definitivamente il dramma che vivono ogni anno emodializzati sardi non residenti e tutte le persone affette da questa malattia».

Ma c’è un altro caso che Antonio Zucca solleva e che considera “ancor più grave” «A Ozieri, mancano addirittura i posti per i residenti. Anche su questo attendiamo risposte».

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