La Nuova Sardegna

Olbia

La Maddalena: «No all’apertura del punto nascita»

Sebastiano Depperu
La Maddalena: «No all’apertura del punto nascita»

Le associazioni di ginecologia e ostetricia: «Al Paolo Merlo non si può partorire in sicurezza»

11 giugno 2018
3 MINUTI DI LETTURA





LA MADDALENA. “No all’apertura del punto nascite della Maddalena”. A sostenerlo sono le associazioni nazionali di ostetrici e ginecologi che credono «sia essenziale fornire alle donne maddalenine alcune informazioni, non per fare terrorismo psicologico ma perché è opportuno che siano consapevoli e informate correttamente delle condizioni di “non sicurezza” in cui si troverebbero a partorire».

È uno dei passaggi della lettera inviata all’assessore della Sanità Luigi Arru da Elsa Viora, presidente nazionale dell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (Aogoi), Giovanni Scambia, presidente nazionale della Società Italiana Ginecologia e Ostetricia (Sigo) e Nicola Colacurci dell’Associazione Ginecologi Universitari Italiani (Agui).

Il rischio. «Pur partendo dal presupposto che la gravidanza fisiologica è definita come tale solo ‘a posteriori’ - si legge ancora nella nota - vi sono elementi che consentono di individuare fattori di rischio che devono indurci a offrire alla donna un percorso assistenziale adeguato quindi con accertamenti addizionali, con l’intervento di figure professionali che abbiano competenze specifiche di quella patologia. Questi fattori di rischio possono essere presenti già prima o all’inizio della gravidanza oppure insorgere durante la gravidanza e in questi casi è necessario attivare un percorso assistenziale adeguato. Purtroppo anche quando nessun fattore di rischio è stato evidenziato durante la gravidanza né è presente all’inizio del travaglio, eventi sfavorevoli inattesi e imprevedibili possono insorgere durante il travaglio o nelle prime ore dopo il parto, anche se gli operatori sanitari presenti, medico e ostetrica, sono esperti. È vero che questi eventi sono rari ma quando si verificano è indispensabile intervenire tempestivamente con risorse organizzative, umane e strumentali adeguate perché le conseguenze possono essere drammatiche. Per questo è essenziale garantire a tutte le donne in gravidanza, anche a quelle che abitano alla Maddalena, una assistenza adeguata durante la gravidanza e il parto per consentire loro di partorire in sicurezza».

La sicurezza. Il ‘problema’ del punto nascita della Maddalena,«non può né deve sottostare a logiche politiche o di costi economici ma deve essere affrontato considerando, prima di ogni altro aspetto, la sicurezza delle donne e dei bambini. Partorire in condizioni in cui i requisiti essenziali non ci sono - prosegue la lettera -, rappresenta un rischio per le donne e i bambini e di questo la popolazione deve prendere coscienza. Nell’ultimo anno ci sono stati 3 parti; non vi sono nel punto nascite i requisiti essenziali per garantire la sicurezza di mamma e bambino, sia organizzativi sia di risorse strutturali (non c’è centro trasfusionale, non c’è la chirurgia, non c’è guardia attiva h24 per nessuna specialità, la sala operatoria non è a norma); si sono verificati near miss, risolti solo grazie a un trasferimento immediato ma in condizioni critiche; l’organizzazione della Regione ha previsto dal 30 giugno 2018 un servizio di elisoccorso con Stam e Sten. Ecco, per tutte queste ragioni, non c’è alcun motivo di tenere aperto il punto nascita La Maddalena. Una richiesta, questa volta alla tutela della salute/vita di donna e neonato».

Il confronto. La nota chiude con una proposta: «Riteniamo indispensabile un colloquio ed un confronto fra le donne, le istituzioni regionali, gli operatori sanitari e le Società Scientifiche al fine di programmare un percorso assistenziale il più possibile umanizzato che garantisca la sicurezza di donna e bambino dall’inizio della gravidanza al parto».

In Primo Piano
La mappa

Sardegna 15esima tra le regioni per reddito imponibile, Cagliari la città “più ricca”

Le nostre iniziative