La Nuova Sardegna

Olbia

Loiri, Puc verso l’adozione la Regione lo alleggerisce

di Serena Lullia
Loiri, Puc verso l’adozione la Regione lo alleggerisce

La giunta Lai sta adeguando il Piano urbanistico alle osservazioni cagliaritane Il Comune ottiene il via libera allo sviluppo delle frazioni ma con meno metri cubi

17 giugno 2018
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LOIRI PORTO SAN PAOLO. Matita rossoblu e forbicione. La Regione si è presentata così nei primi incontri sul Piano urbanistico con il Comune. Il sindaco Francesco Lai ha ereditato un Puc di prima adozione da allineare alle osservazioni fatte dai tecnici cagliaritani. Operazione complessa che il primo cittadino sta seguendo in prima persona. «Un lavoro lungo e delicato di concertazione per allineare il Piano alle osservazioni regionali e che in questo anno ci ha portato a Cagliari decine di volte», spiega Lai. Tanti i punti da modificare. La Regione ha chiesto uno studio dettagliato sulle coste in modo da valutare la distribuzione dei metri cubi, residenziali e alberghieri, nelle zone F turistiche. Osservazione già recepita e piano corretto. Il problema più delicato è stato far capire alla Regione che le frazioni, pur non rispondendo ad alcuni parametri del decreto Floris, avevano il diritto di svilupparsi. Ovviamente in modo ordinato, nel rispetto dell’ambiente e del principio del minor consumo di territorio. Una volta che tutte le osservazioni regionali saranno state recepite il Puc tornerà in aula per l’adozione definitiva. Lai lo ha inserito tra gli obiettivi del secondo anno di mandato.

Zone F. Sono i volumi più pregiati, quelli delle zone costiere turistiche, residenziali e alberghieri. La Regione ha chiesto al Comune uno studio di dettaglio dei metri cubi previsti. Ha voluto cioè che i tecnici in modo puntuale indicassero la quantità di cemento ipotizzata, la tipologia degli immobili da realizzare e la distribuzione sul territorio.

Frazioni. Il Puc arrivato in Regione per la verifica prevedeva l’espansione di tutte le frazioni in modo massiccio. Ma in base al decreto Floris nessuna possiede i requisiti del centro urbano. Troppo piccole e troppo estese per essere inquadrate così e quindi “meritare” nuovi metri cubi. «Il punto più difficile è stato far capire alla Regione che le nostre frazioni, al di là dei numeri e delle definizioni tecniche del decreto Floris, sono centri urbani reali, con piazze, chiese, depuratori e hanno il diritto di svilupparsi», sottolinea Lai. La soluzione di compromesso tra la il monte volumetrico spropositato del Piano di fabbricazione del 1982 e il nulla assoluto del decreto Floris è arrivata. I nuclei storici delle frazioni vengono classificati zone A. Le nuove aree saranno inquadrate con una dicitura che sarà concordata con la Regione, secondo un nuovo concetto di zona edificabile. Più vicina al piano di lottizzazione ma approvata con il Puc e soggetta a concessione edilizia diretta. I nuovi metri cubi si concentreranno intorno ai punti già urbanizzati.

Zone C. È l’ultima osservazione su cui il Comune lavoran. Anche in questo caso la Regione contesta un numero troppo elevato di metri cubi. Inevitabile la sforbiciata.

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