La Nuova Sardegna

Olbia

LITE CON un taglierino 

Tentato omicidio, resta in carcere l’accoltellatore albanese

Tentato omicidio, resta in carcere l’accoltellatore albanese

OLBIA. Resta in carcere. Con l’accusa di tentato omicidio volontario e tutte le aggravanti del caso. Così ha deciso il gip del tribunale di Tempio, dopo aver convalidato l’arresto di Kevi Doda, 39...

02 luglio 2018
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OLBIA. Resta in carcere. Con l’accusa di tentato omicidio volontario e tutte le aggravanti del caso. Così ha deciso il gip del tribunale di Tempio, dopo aver convalidato l’arresto di Kevi Doda, 39 anni, l’operaio albanese che venerdì scorso, nella zona di via Vittorio Veneto, ha ferito alla gola con un taglierino (considerato una vera e propria arma) un suo amico e connazionale.

Tutto è cominciato attorno alle 6 del mattino quando Kevi Doda si è presentato ubriaco davanti a due colleghi (con i quali doveva raggiungere il cantiere edile di Abbiadori in cui lavorano) che lo hanno rimproverato per le sue condizioni. Da qui la lite furiosa. Cominciata davanti al bar di una traversa di via Vittorio Veneto e poi proseguita nel parcheggio del supermercato Simply. L’operaio ubriaco, a questo punto, ha perso il controllo, tanto da colpire alla gola con un taglierino il suo collega. E’ stato lo stesso feritore, insieme con il terzo amico, ad accompagnare l’accoltellato al pronto soccorso. Immediata la segnalazione al 112 da parte dell’ospedale. I medici hanno informato i carabinieri dell’arrivo di un giovane albanese con ferite da arma da taglio al collo aggiugendo che il possibile responsabile potesse essere all’esterno. I militari si sono mobilitati immediatamente con diverse gazzelle. Sono arrivate quelle del nucleo operativo radiomobile e delle stazioni di Poltu Quadu e Olbia centro, poi si è aggiunto anche un equipaggio da Padru.

L’accoltellatore, a quel punto, si è dato alla fuga in macchina insieme con l’amico. Sono riusciti a far perdere le tracce per circa tre ore. Sino a quando i carabinieri hanno prima trovano l’auto nella frazione di Rudalza e poi circondato tutta la zona, convinti che l’aggressore non potesse essere andato lontano. Lo hanno acciuffato. E ammanettato. E nelle sue tasche hanno recuperato anche il taglierino.

Immediato l’arresto per tentato omicidio e il trasferimento nel carcere di Nuchis. Il suo amico e compagno di lavoro, che non ha precedenti, è stato invece accusato di favoreggiamento personale e resistenza a pubblico ufficiale. Convalidato anche il suo arresto, ma per lui sono scattati i domiciliari.

Al giovane ferito, che aveva rifiutato il ricovero in ospedale, sono stati assegnati 20 giorni di cure.

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