La Nuova Sardegna

Olbia

«Ginecologia non deve chiudere»

Un gruppo di politici chiede alla Regione di sollecitare il ministro della Salute

10 luglio 2018
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TEMPIO. Il vicepresidente della Commissione Sanità Edoardo Tocco di Forza Italia con un documento firmato anche da Giorgio Oppi (Udc), Giuseppe Fasolino (Forza Italia) e il sindaco Andrea Biancareddu hanno chiesto al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore alla Sanità Luigi Arru di adoperarsi presso il ministero della Salute per la riattivazione del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Paolo Dettori.

«Un pezzo importantissimo del polo ospedaliero gallurese – dicono – soppresso per la carenza di personale, con appena tre medici che prestano servizio nella struttura su un organico totale di sette operatori. L’arrivo del ministro Giulia Grillo, si legge ancora nella nota, «riaccende nuove speranze. È chiaro però, – sottolineano i quattro – che la giunta regionale deve attivarsi per adeguare il reparto agli standard previsti dalla legge, con il ripristino delle attività nel presidio, a partire dall’incremento dell’organico. Presupposto per la concessione della deroga che creerebbe le condizioni per tutelare mamme e neonati in una delle fasi più delicate della loro vita. L’ospedale Dettori non può restare senza il reparto di ginecologia e ostetricia. Il mantenimento dell’unità medica rappresenta un’esigenza per il territorio, concludono gli scriventi, viste anche le criticità nei collegamenti stradali, con le donne costrette a viaggi lunghi e rischiosi verso gli ospedali di Sassari e Olbia».

Sin qui il comunicato. Molti tuttavia chiedono che sia le forze politiche e sia quelle sindacali, sollecitino l’Ats Sardegna e l’Asl di Olbia ad aprire un’indagine conoscitiva medico-scientifica seria e accurata per valutare la capacità psicofisica di ciascun operatore. Questo in considerazione delle “assenze per malattia” che, pur vere e presenti come dimostrano i fatti, stanno però minando da tempo l’esistenza stessa dell’importantissimo reparto. Perciò c’è chi invoca soluzioni chiare. Se qualcuno, così come è successo qualche tempo fa, senza alcuno scandalo, in altri reparti del “Dettori”, non è più in grado di assolvere il proprio compito, deve avere il coraggio di dimettersi. (a.m.)



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