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Fondi Ue, a processo per la cava fantasma

Fondi Ue, a processo per la cava fantasma

ARZACHENA. Quando le Fiamme gialle effettuarono il sopralluogo per verificare il corretto utilizzo del finanziamento comunitario ottenuto, 326mila euro a fondo perduto, si resero conto che l’attività...

19 luglio 2018
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ARZACHENA. Quando le Fiamme gialle effettuarono il sopralluogo per verificare il corretto utilizzo del finanziamento comunitario ottenuto, 326mila euro a fondo perduto, si resero conto che l’attività nella cava di San Giacomo non era affatto partita. «La cava era inesistente, non era mai entrata in funzione, non c’erano neanche dipendenti, solo vecchi macchinari», ha detto ieri in aula il teste del pubblico ministero, riferendo al tribunale in composizione collegiale le attività d’indagine svolte nel 2007 nei confronti della Daniel Graniti di Arzachena. Di quel procedimento penale a carico degli amministratori e dei soci della ditta, è rimasto in piedi solo il reato di riciclaggio: il gup aveva dichiarato prescritti una serie di reati, dalla truffa aggravata ai danni dello Stato e dell'Unione Europea ai reati fiscali legati a fatturazioni dubbie, mentre la Corte dei Conti aveva condannato nel 2008 la Daniel Graniti a restituire allo Stato l’intero importo del finanziamento comunitario che l'azienda di Arzachena aveva ottenuto secondo la legge, ma utilizzato in modo irregolare. Sul banco degli imputati sono rimasti Santino e Daniele Filippeddu, difesi dall’avvocato Domenico Putzolu, ai quali, la Procura contesta, appunto il riciclaggio. Nel corso dell’udienza sono stati sentiti i due uomini della Guardia di finanza che eseguirono gli accertamenti. Il primo ha confermato le irregolarità riscontrate a suo tempo nella cava fantasma, l’altro, ha si era occupato del sequestro degli assegni.

Si proseguirà il 3 ottobre. (t.s.)

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