La Nuova Sardegna

Olbia

IL CASO 

Le interrompono la chemio, per proseguirla deve viaggiare

TEMPIO. Una malata oncologica tempiese di 63 anni, casalinga, impossibilitata a muoversi da sola, sottoposta da dieci mesi a un trattamento mensile di chemioterapia nel reparto oncologico di Tempio,...

05 agosto 2018
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TEMPIO. Una malata oncologica tempiese di 63 anni, casalinga, impossibilitata a muoversi da sola, sottoposta da dieci mesi a un trattamento mensile di chemioterapia nel reparto oncologico di Tempio, dal 31 luglio si è vista negare l’undicesimo e penultimo trattamento. Il motivo? «A noi - dice la figlia della paziente - è stato detto che i medici di Olbia non sarebbero più disposti a venire a Tempio, come sempre hanno fatto senza problemi nei dieci mesi precedenti».

La storia. «Circa un anno fa - racconta la figlia della signora -, mia madre è stata operata per un carcinoma alla mammella destra nel Policlinico sassarese di cui devo dire solo un gran bene. Una volta dimessa, dopo una visita di controllo accuratissima al Paolo Dettori da parte dell’oncologa, da agosto dell’anno scorso, le è stato prescritto un ciclo di 12 sedute di chemioterapia una volta al mese. Questo primo ciclo si sarebbe dovuto concludere ai primi di settembre. Il trattamento si è rivelato efficace contro il male da curare, ma devastante, per certi versi, per il fisico di mia madre già debilitato dalla sclerosi multipla, che l’accompagna da quasi 20 anni».

Problematiche. «Mia madre - prosegue la figlia -ha difficoltà di deambulazione, la mano destra è quasi inutilizzabile e da sempre ha i capogiri che la costringono a vivere su una sedie a rotelle». E così, per raggiungere l’ospedale per la chemio, è sempre necessario richiedere ogni volta l’intervento dell’ambulanza della Protezione civile. «Si consideri anche che dopo il trattamento, mia madre viene trattenuta in Oncologia al Dettori per diverse ore».

Disservizi. «Martedì 31 luglio, alla vigilia dell’undicesimo trattamento - racconta ancora la signora - mi hanno fatto sapere telefonicamente dall’Oncologia di Tempio che il trattamento previsto per l’indomani non si sarebbe potuto fare. Giovedì 2 agosto alle 14, mi hanno invece detto che la terapia non sarebbe stata più eseguita a Tempio ma a Olbia, “per motivi di sicurezza” mai a noi resi noti. Venerdì 3 ho cercato allora di contattare l’Oncologia di Olbia per capire quali fossero “i motivi di sicurezza” che avrebbero costretto mia madre a una lunga e dolorosa trasferta. Ho telefonato ogni dieci minuti, dalle 8,30 a mezzogiorno circa, quando, finalmente, una infermiera mi ha risposto. Con grande imbarazzo mi ha detto di essere a conoscenza del rifiuto dell’oncologo di praticare la terapia al Paolo Dettori di Tempio, ma nulla di più. Ho chiesto allora di essere richiamata al più presto dal medico responsabile del Servizio Oncologia, ma ancora oggi non ho ricevuto alcuna telefonata».

Carabinieri. «Sono stata però informata da fonti ospedaliere - chiude la figlia della paziente- - che l’oncologo che sarà a Tempio la prossima settimana, non potrà trattare mia madre. Andrò in ospedale con i carabinieri per ottenere le dovute spiegazioni e, soprattutto, per ottenere quanto spetta a mia madre». (a.m.)



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