La Nuova Sardegna

Olbia

Il Comune scommette su Forte Cappellini

Il Comune scommette su Forte Cappellini

Arzachena, pressing sulla Regione per l’acquisizione dell’immobile attualmente in uso a privati 

20 agosto 2018
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ARZACHENA. L'amministrazione comunale non demorde e continua ad attivare una serie di procedure per acquisire al patrimonio dell'ente locale gli immobili di rilevante interesse paesaggistico, ambientale, storico e culturale presenti sul territorio comunale di proprietà della Regione. Come Forte Cappellini. Concesso in locazione a una società di servizi, da febbraio 2017 è considerato come il Colosseo: un monumento nazionale super tutelato in cui non si può modificare nulla senza un'autorizzazione ministeriale. È inserito fra i 12.682 immobili regionali del valore complessivo di 1 miliardo 135milioni.

«Mesi fa il consiglio comunale ha dato mandato al sindaco Roberto Ragnedda e alla giunta di attivare una ricognizione e la successiva acquisizione dei beni immobili regionali nel patrimonio comunale – spiega il presidente del Consiglio, Rino Cudoni -. Ma le diverse istanze sono rimaste lettera morta. Così abbiamo trasferito all'ufficio legale del Comune il fascicolo con le richieste presentate all'ente cagliaritano. Al governatore Francesco Pigliaru chiediamo di aprire un tavolo politico per valutare insieme le procedure da seguire per l'acquisizione di beni inestimabili, come il Forte Cappellini. Strutture monumentali, storico e culturali che devono essere utilizzate per favorire politiche di salvaguardia e gestione ambientale, mentre altre per favorire lo sviluppo locale per la crescita e l'occupazione». Cudoni sottolinea che da tempo sono state avviate pratiche per definire o completare l'iter amministrativo di trasferimento di immobili e beni presenti sul territorio comunale. «La Regione – evidenzia –, con ia legge del 5 dicembre 1995, ha previsto l'alienazione di beni patrimoniali che non siano utilizzabili per servizi regionali, attraverso procedure per la vendita a un prezzo simbolico per finalità pubbliche, di interesse pubblico o sociale, a favore degli enti locali. Come avvenuto peraltro in altri comuni vicini. Non siamo contrari ad attività imprenditoriali, le strutture possono essere utilizzate anche a scopi scientifici e culturali. In ogni caso entrambe le attività, commerciali e culturali, possono convivere. Ma di certo la Regione non può sottoscrivere contratti esclusivi con privati per attività commerciali in luoghi di alto pregio ambientale e storico». (w.b.)

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