La Nuova Sardegna

Olbia

Ordigno in un podere indagano i carabinieri

di Angelo Mavuli
Ordigno in un podere indagano i carabinieri

Luogosanto, è stato sistemato nel cancello della casupola dei cacciatori Gli investigatori non escludono nulla, neanche l’ipotesi di uno scherzo

30 agosto 2018
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LUOGOSANTO. Una sorta di rudimentale ordigno “esplosivo”, fatto trovare qualche giorno fa attaccato al cancello di un podere in località Tirria, agro di Luogosanto, ha fatto drizzare le orecchie ai carabinieri della locale stazione, comandati dal maresciallo Mauro Cucciari e alla Compagnia di Tempio, comandata dal capitano Ilaria Campeggio che si trincerano però nel silenzio e nel riserbo assoluto.

Più ciarliera invece “radio popolare” che racconta che qualche giorno fa sul cancello di un tancato di Tirria, dove è presente un locale usato dai cacciatori per i loro spuntini dopo le battute di caccia al cinghiale, è stato trovato appiccicato un ordigno rudimentale composto da 21 grammi di gelatina, vecchia e malamente conservata, con sopra alcuni centimetri di miccia a lenta combustione di quella usata una volta nelle cave di granito.

«Quell’ordigno – spiega un vecchio cavatore – non sarebbe mai potuto esplodere neanche se gli fosse caduto addosso un fulmine. Intanto non c’era il detonatore che è il padre di tutti gli scoppi di questi tipo e poi il materiale era così malandato che sarebbe stato difficile davvero farlo esplodere».

Al di là della pericolosità o meno dell’involucro, l’accaduto, in breve, ha fatto il giro del paese ed è stato commentato nei modi più diversi. Il più delle volte però come la bravata o il gesto di qualcuno che ha cercato malamente di comunicare qualche cosa, quqsi a voler lasciare un messaggio. Il tancato che ospita il locale dove i cacciatori si riuniscono per i loro spuntini è di proprietà di un serio artigiano locale che, chiedendo di non essere nominato, ritiene che l’autore del gesto abbia voluto semplicemente fare una bravata o esprimere un suo malcontento per qualcosa che non gli garba, magari per una decisione nell’ambito delle battute di caccia, o per altro ancora che è difficile però ipotizzare.

Il fatto è stato commentato senza difficoltà alcuna ma con rammarico anche dal sindaco di Luogosanto Agostino Pirredda. «Sono dispiaciuto – dice – per quanto è accaduto, sia a titolo personale per il proprietario del tancato, sia per la compagnia dei cacciatori che sono soliti festeggiare le loro battute di caccia a fine giornata con un incontro conviviale al quale spesso si uniscono anche altre persone». Insomma, nulla fa pensare a scenari di particolare pericolo. «Luogosanto – osserva ancora il sindaco – è una comunità serena, con le gioie e le problematiche classiche della comunità galluresi. Il tipo di messaggio che si è voluto lasciare non fa parte della nostra cultura e della nostra mentalità. Certo mi dispiace e in qualche modo anche mi preoccupo. Mi auguro che i carabinieri facciano luce e che i luogosantesi continuino a vivere in pace la loro quotidianità e le loro tradizioni».

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