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Bimbo trasportato nella notte a Olbia per un virus, flash mob di protesta

di Walkiria Baldinelli
Bimbo trasportato nella notte a Olbia per un virus, flash mob di protesta

LA MADDALENA. Singolare flash mob ieri mattina del comitato neo-mamme della Maddalena davanti all’ospedale Paolo Merlo. Con lo slogan “Politici fantasma h24”, coperte con lenzuola bianche, hanno...

03 settembre 2018
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LA MADDALENA. Singolare flash mob ieri mattina del comitato neo-mamme della Maddalena davanti all’ospedale Paolo Merlo. Con lo slogan “Politici fantasma h24”, coperte con lenzuola bianche, hanno espresso solidarietà a una mamma costretta a trasportate nel cuore della notte la sua bimba di un anno e mezzo al Giovanni Paolo II di Olbia. A causa di un virus, la piccola era in preda ai vomiti quando è arrivata all'ospedale maddalenino. La madre ha trovato il reparto di Pediatria chiuso e non attivo il turno di guardia pediatrica del pronto soccorso, che fino a qualche settimana fa rappresentava una garanzia per i piccoli pazienti. Così, la piccola paziente, che non necessitava di cure urgenti e quindi dell'elisoccorso, è stata trasportata in ambulanza all’ospedale olbiese attaccata a una flebo per evitare la disidratazione. Immediata e dura le reazione del comitato delle neo-mamme che hanno seguito preoccupate in tempo reale la disavventura. Ieri mattina sono scese in piazza con un flash mob davanti all'ospedale, puntando il dito contro l'assenza del mondo politico, reo, a loro dire, di immobilismo dopo l’approvazione della riforma sanitaria regionale. «Ci siamo dovuti recare a Olbia – afferma la madre delle piccola – per una patologia che fino a qualche tempo fa poteva essere prontamente gestita nel nostro ospedale. Oggi, invece, a seguito di un progressivo smantellamento siamo costrette ad affrontare un viaggio fra mille paure. Per fortuna, tramite il personale del Paolo Merlo siamo riusciti a far tardare la partenza del traghetto di mezzanotte e mezzo, ma questa non può essere la regola. In caso contrario la prossima partenza sarebbe stata alle una e trenta, significa che non avremmo potuto raggiungere l’ospedale di Olbia prima delle due e mezzo». Per Sara Loru «scrivere certe riforme sanitarie senza tener conto della peculiarità e difficoltà di chi vive su un’isola è come giocare a dadi con la salute delle persone. Basta con la “barzelletta” che conviene recarci a Olbia perché il personale ha più praticità dovuta al fatto che visita più bambini. Nessuno pretende che vengano gestite le patologie più complesse, ma è assurdo dover essere trasportati in ambulanza anche per un semplice virus». Aggiunge Michela Piras. «È una vergogna, e ancora più vergognoso è il silenzio di chi dovrebbe tutelarci. Viviamo una situazione surreale, da una parte muri di silenzi, molte discussioni politiche sui social su altri temi, dall’altra interrogazioni e interpellanze senza risposte».

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