La Nuova Sardegna

Olbia

L’ex carabiniere a caccia di mogli e mariti infedeli

di Tiziana Simula
L’ex carabiniere a caccia di mogli e mariti infedeli

Giovanni Ricci, in congedo dal 2015, racconta la vita da investigatore privato  La passione per la scrittura: è autore di sei libri sulla criminalità in Sardegna

10 settembre 2018
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OLBIA. Il fiuto da investigatore non va mai in pensione. Perché quando ce l’hai nel Dna, te lo porti appresso per tutta la vita. Anche quando riponi gradi e arma in un cassetto. E può anche accadere che tutto quel bagaglio professionale vissuto in prima linea per quasi quarant’anni, diventi cronaca vera da raccontare a chi vuole conoscere la storia criminale della Sardegna. Così è stato per Giovanni Ricci, 59 anni, di Aggius, ex comandante dei carabinieri in congedo dalla fine del 2015 e oggi amministratore unico dell’Agenzia investigativa “International security srl”, attiva dal febbraio scorso in città. Nella sua lunga e intensa carriera al comando del Nucleo investigativo di Nuoro, Olbia (sua ultima sede) e Cagliari e delle Compagnie di Nuoro e Valledoria (ha svolto servizio anche nella penisola e in missione all’estero), si è occupato di oltre cento casi tra omicidi, faide e sequestri di persona. Erano gli anni del banditismo, dei cosiddetti omicidi “da muretto a secco” che insanguinarono la Barbagia, dei ladri di uomini che rapirono perfino un bambino, il piccolo Farouk Kassam. Anni in trincea per l’ufficiale-scrittore. Che di quelle vicende vissute in prima persona o ricostruite andando a ritroso nel tempo, racconta in sei libri, mentre oggi lavora alla settima pubblicazione “Sardegna in cronaca nera” e in parallelo porta avanti la sua nuova attività nell’agenzia investigativa di via Poletti, forte della sua esperienza professionale. Al suo servizio, un gruppo di ex carabinieri e finanzieri in pensione, che lavorano con contratti a chiamata.

Cuore e portafogli. È l’infedeltà ad agitare più di ogni altra cosa gli animi di uomini e donne che si rivolgono agli investigatori privati. «Sono i casi per i quali al momento abbiamo maggiori richieste –, spiega Ricci, seduto nel suo studio – Svolgiamo attività di osservazione e pedinamento per arrivare a scoprire ciò che spesso “il tradito” sa già. Non si tratta solo di gelosia. Ma di avere le prove per rivendicare equità di diritti nella separazione legale». Sono una decina le richieste arrivate da febbraio a oggi alla sua agenzia investigativa, in numero leggermente superiore da parte di clienti uomini. Tre, al momento, quelle eseguite. Si parte con una, due settimane di appostamenti e pedinamenti. A volte già sufficienti per avere una risposta.

Non solo infedeltà. A ingaggiare gli investigatori privati sono soprattutto gli avvocati, «per indagini difensive o recupero crediti», dice l’ex comandante. Ma si lavora anche sul fronte sicurezza. Quest’estate una quindicina di uomini formati ad hoc attraverso un corso di formazione da lui stesso tenuto e muniti di iscrizione prefettizia, così come prevede il Decreto Maroni del 2009, hanno lavorato nei locali della Costa come addetti ai servizi di controllo, gli ex “buttafuori”.

Il buon investigatore. Ma quali sono le qualità del “buon investigatore”, secondo Giovanni Ricci, laurea in giurisprudenza, in passato assistente di Storia del diritto alla facoltà di giurisprudenza di Sassari, master universitario in Investigazioni private e sicurezza, Senior Security Manager, ossia il massimo grado previsto nel settore della sicurezza dal ministero dell’Interno, nonché esperto in materia di ordigni bellici e artigianali, armi, esplosivi e munizioni e intercettazioni telefoniche e telematiche. «Spirito di osservazione, precisione e imparzialità, innanzitutto – spiega –: l’investigatore che opera con un pregiudizio personale, non potrà mai pensare criticamente e quindi svolgere con successo un incarico. E, poi, la capacità analitica, cioè essere in grado di dare il giusto peso alle informazioni raccolte per trarre conclusioni precise. E ancora: perseveranza, intelligenza emotiva, coraggio e sangue freddo e flessibilità per saper cambiare direzione rapidamente quando i percorsi d’indagine virano in una direzione completamente diversa».

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