La Nuova Sardegna

Olbia

La madre: «Ora voglio sapere la verità»

di Tiziana Simula
La madre: «Ora voglio sapere la verità»

L’amarezza di Maria Biosa: «Mio figlio Domenico era uscito di casa sano ed è rientrato ferito e agli arresti domiciliari»

13 settembre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





BADESI. «Non so cosa sia successo e vorrei capire... Per una madre la salute del proprio figlio è la cosa più importante. L’unica certezza che ho, è che mio figlio è uscito di casa sano ed è ritornato con due buchi nel braccio. Non ho nessuna competenza per stabilire se quelle ferite siano state provocate da una caduta in uno sterrato, ma a me sinceramente non sembra così. Però questo è un mio pensiero, non sono un’esperta: aspetto gli accertamenti del medico legale per avere risposte e capire come si sono svolti i fatti».

Col tono preoccupato di una madre in pena per il proprio figlio, Maria Biosa parla di quanto accaduto il 4 settembre a Badesi, giorno in cui Domenico Sanna, 36 anni, è stato arrestato dai carabinieri di Trinità D’Agultu per minacce e resistenza a pubblico ufficiale. Sanna si trova ora ai domiciliari nell’abitazione della madre, a Sassari. «Ciò che so, è quello che mio figlio mi ha raccontato e che ha riferito anche ai medici del pronto soccorso di Tempio, dove l’ho raggiunto io stessa: che sia stato colpito dai proiettili sparati da un carabiniere durante un inseguimento mentre si trovava nel viottolo sterrato di casa sua. Mi ha detto di aver perso i sensi e quando si è ripreso, di aver sentito un forte ronzio all’orecchio e di essersi ritrovato in un bagno di sangue che fuoriusciva dal braccio destro e dal labbro superiore. Poi, è stato portato in ospedale». Il pronto soccorso ha provveduto a effettuare la comunicazione con quanto riferito da Domenico Sanna, alla Procura di Tempio. Ma l’uomo racconta una versione completamente diversa da quella dei carabinieri e contenuta negli atti giudiziari in mano alla Procura: i militari dicono che le due ferite al braccio e al labbro, se le sia fatte cadendo per strada dopo che il carabiniere ha sparato un colpo di pistola in aria per spaventare il cane corso che era con lui, lasciato libero dal suo padrone. Due versioni che non collimano.

Il fatto è accaduto verso l’ora di pranzo, poco prima delle 13. Domenico Sanna, laureato in ingegneria, suonava la chitarra seduto su una panchina in un giardinetto di fronte a casa sua, in via Mare. Dipinge e compone canzoni, e quel giorno stava suonando proprio un suo brano, per promuoverlo. Vicino a lui, c’è il suo grosso cane corso. Poi, arrivano i carabinieri, chiamati dalla cugina con la quale era scoppiata una lite. Lei si sente minacciata e chiede l’intervento dei militari. Che arrivano e cercano di identificarlo. Ma lui, secondo quanto riportato negli atti, reagisce, li minaccia, mentre si incammina velocemente verso casa. Loro gli dicono di fermarsi, gli intimano l’alt e lo inseguono. A quel punto, le versioni diventano contrastanti. I militari dicono che Sanna si ferma, molla il guinzaglio e aizza il cane contro di loro. Vista la mole dell’animale e temendo di essere aggredito, uno dei militari spara in aria. Lui, sentendo lo sparo si spaventa e cade, ferendosi.

L’arrestato nega di aver minacciato la cugina e i carabinieri e di aver aizzato il cane contro di loro. Dice invece di essersi fermato all’alt dei militari, di aver sollevato le braccia mollando da una parte la chitarra e dall’altra il guinzaglio e di aver visto, di lato, uno dei carabinieri impugnare la pistola.

Il medico legale incaricato dalla famiglia è già al lavoro per accertare l’eventuale compatibilità delle ferite riportate dall’uomo con quelle provocate dal proiettile. L’avvocato Luca Tamponi ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame per la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari.

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative