La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, dopo 5 anni via le auto trascinate dal ciclone Cleopatra

Dario Budroni
Olbia, dopo 5 anni via le auto trascinate dal ciclone Cleopatra

Il 28 settembre una cerimonia. Proseguono spediti i lavori di ricostruzione della strada crollata durante l’alluvione

18 settembre 2018
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OLBIA. Cinque anni in fondo al burrone. Auto accartocciate diventate il simbolo di una ferita che mai si rimarginerà. Perché è a bordo di quei due mezzi che la sera del 18 novembre del 2013, mentre il ciclone Cleopatra scatenava tutta la sua potenza sulla Gallura, persero la vita tre persone: Bruno Fiore, Sebastiana Brundu e Maria Loriga. Stavano percorrendo la strada provinciale 38, alle pendici di Monte Pino, quando il crollo improvviso di un ponte causò l’apertura di una immensa voragine. E così adesso, a quasi cinque anni dall’alluvione del 2013, quelle due auto saranno recuperate. L’operazione è in programma venerdì 28 settembre. Di conseguenza il comitato Pro Monte Pino, che per anni si è battuto per sollecitare i lavori di ripristino della strada, organizzerà una cerimonia per ricordare le vittime della strada provinciale 38. Nel frattempo ai piedi di Monte Pino proseguono spediti i lavori di ricostruzione del tratto stradale crollato durante l’alluvione. Le operazioni dovrebbero terminare entro l’estate del 2019, ma potrebbero finire anche prima del previsto.

Il recupero delle auto. Le auto sulle quali viaggiavano Bruno Fiore, Sebastiana Brundu e Maria Loriga si trovano in fondo alla voragine da cinque anni. Ora saranno finalmente recuperate. «Siamo stati appena avvertiti del recupero – spiega Pina Pasella, presidente del comitato Pro Monte Pino –. Abbiamo deciso di organizzare una piccola cerimonia per ricordare le vittime di quella tragedia. Inviteremo il vescovo, i sacerdoti, le autorità e naturalmente le famiglie».

Lavori spediti. La strada provinciale 38, che unisce l’alta con la bassa Gallura, è interrotta dal novembre 2013. Cinque anni di enormi disagi per chi deve viaggiare da una parte all’altra della Gallura. Dopo le proteste da parte dei cittadini e dei politici locali, i lavori hanno preso il via lo scorso maggio dopo un lunghissimo iter burocratico. Sul posto l’impresa Imp di Carloforte, che aveva vinto il bando di quasi 6 milioni di euro bandito dall’Anas. «Siamo costantemente in contatto con l’Anas e con l’impresa – spiega la presidente del comitato dei cittadini, Pina Pasella –. Visito molto spesso il cantiere e devo dire che i lavori sono decisamente a buon punto». Il termine massimo è fissato per il mese di settembre del 2019, tra un anno. «Ma mi è stato detto dall’Anas che c’è la possibilità che il cantiere chiuda anche qualche mese prima. Noi, naturalmente, ci speriamo – continua Pina Pasella –. L’impresa ha preso particolarmente a cuore l’intervento e sta procedendo a ritmi sostenuti. Per questo la ringraziamo».

La richiesta. I lavori, avviati ormai da mesi, stanno interessando un po’ tutto il tratto interrotto e in particolare la zona del ponte crollato. Ricostruzione a parte, in programma anche altri interventi di adeguamento e di rifacimento delle opere idrauliche. Per esempio, saranno sistemati dieci strutture per l’attraversamento dell’acqua. «Abbiamo però chiesto di sistemare anche altri dieci attraversamenti – sottolinea Pina Pasella –. La richiesta, attraverso il sindaco di Sant’Antonio di Gallura Carlo Duilio Viti, anche lui membro del comitato, è stata spedita a diversi enti».

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