La Nuova Sardegna

Olbia

«Rinagghju nel degrado, il rilancio resta un’utopia»

di Angelo Mavuli
«Rinagghju nel degrado, il rilancio resta un’utopia»

Le accuse di Ripensare Tempio per l’abbandono dell’intero compendio: «Doveva essere un volano turistico, una vergogna lasciarlo in questo stato»

21 settembre 2018
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TEMPIO. «Mentre in altre realtà si parla concretamente di rigenerazione urbana come soluzione al degrado, Andrea Biancareddu e la sua giunta, ormai lontani dai reali problemi della città, appaiono ricchi di paroloni ma inadempienti e soprattutto inadeguati a proseguire nel governo della nostra città». L’ennesimo attacco all’amministrazione, con particolare riferimento al Compendio di Rinagghju, è il gruppo consiliare Ripensare Tempio del quale fanno parte Antonio Addis, Daniela Campra e Sebastiana Carta. «Il sindaco - dicono i tre -, è “distratto” dalle ambizioni personali che non hanno mai combaciato con quelli della città». Lunghissimo l’elenco delle manchevolezze addossate all’esecutivo: «Finanziamenti persi, assenza di programmazione ed egocentrismo politico. Tutte mancanze che hanno ridotto Tempio in uno stato di totale degrado». Il comunicato del gruppo di minoranza, forse fra i più duri degli ultimi tempi, accusa specificatamente la giunta «di non aver saputo dare continuità a quanto ricevuto dalla passata amministrazione, come ad esempio gli strumenti di pianificazione per una crescita sostenibile della nostra città, (Piano Urbanistico Comunale, Piano particolareggiato del centro storico e Piano di valorizzazione del Limbara, totalmente ignorati). Finanziamenti persi e mancata programmazione, scrive ancora Tempio Libera, che stanno depauperando la nostra città. Al disastro si aggiunge anche l’abbandono dell’imponente armatura verde, un tempo caratteristica peculiare di Tempio. Situazioni di degrado impensabili per una città che doveva indirizzarsi verso operazioni di marketing culturale e turistico per garantire il benessere sociale dei propri cittadini».

Dopo un elenco dei siti degradati «che trovano in Rinagghju il massimo emblema», Ripensare Tempio prosegue con la descrizione del compendio. «Totalmente privo di manutenzione e che versa, nel totale degrado. Sporcizia diffusa, fonti maleodoranti, pietre emergenti dal terreno in tutta l’area prospiciente che costituiscono un pericolo per i visitatori, erbacce sparse che potrebbero favorire l’innesco di incendi, e, dulcis in fundo…servizi igienici chiusi. Quello che per tanti anni, nell’immaginario collettivo, doveva essere il principale volàno turistico oggi ha perso la dignità al pari di tanti altri siti che avrebbero invece dovuto avere secondo le promesse della giunta, “grande valore sociale, ambientale e turistico”. Parole al vento finora che hanno dato solamente fiato alla bocca».

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