La Nuova Sardegna

Olbia

Polveriera Air Italy, esplode la rabbia

Marco Bittau
Polveriera Air Italy, esplode la rabbia

Marino (M5s): «Al Mit abbiamo tentato di convincere l’azienda». Meloni (Pd): «Hanno cercato di dividere i lavoratori»

23 settembre 2018
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OLBIA. Delusione, amarezza, rabbia. La vertenza Air Italy è una polveriera pronta a esplodere dopo l’incontro di venerdì al ministero dei Trasporti che ha confermato la linea dura dell’azienda sui trasferimenti che indeboliscono giorno dopo giorno la storica base olbiese della compagnia aerea ex Meridiana. Via subito (dal 1° ottobre) 51 addetti al centro operativo che lasceranno Olbia per Malpensa, e dal prossimo inverno sono a rischio trasferimento anche tutti gli assistenti di volo che non sarà più necessario mantenere di base a Olbia. In più una incontestabile certezza – detta, ripetuta e scritta da Air Italy – cioè il nuovo modello di business strategico privilegia Milano rispetto a Olbia. In altre parole, piaccia oppure no, il cuore di Air Italy batte a Malpensa.

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La risposta dei lavoratori è lo sciopero di 24 ore il 1° ottobre. Ma la protesta ora alza il tiro e il bersaglio è tutto politico: il Governo. Ci prova allora il deputato gallurese del Movimento 5 stelle, Nardo Marino, a offrire una versione dei fatti differente rispetto a quanto annunciato da Air Italy. Prima un post su Facebook e poi una conferenza stampa per dire che «quindici dipendenti hanno accettato di andare a Malpensa. Coloro, invece, che dimostreranno di non poter affrontare il trasferimento resteranno a Olbia e dovrebbero essere altri quindici. Restano, purtroppo, poco più di venti dipendenti sul cui trasferimento l’azienda non intende cedere. Si cercherà di trovare una soluzione, ma non sarà facile». «Air Italy – ha continuato ieri Marino – ha anche ribadito, davanti ai rappresentanti di Mit ed Enac, di voler mantenere la base a Olbia incrementando i livelli occupazionali. Ne prendiamo atto e continueremo a vigilare. Il tavolo al Mit è stato un ulteriore tentativo di convincere l'azienda a tornare sui suoi passi e rivedere la decisione iniziale».

Severo e sferzante il commento di Giuseppe Meloni, consigliere regionale gallurese (Pd), che aspara ad alzo zero sul Governo e sulla maggioranza che lo sostiene. «La vicenda Air Italy diventa ogni giorno di più grottesca – accusa – al Mit non si è deciso nulla se non un goffo e grave tentativo di dividere il fronte dei lavoratori per i quali è già previsto il trasferimento. Tattica aziendale che, stavolta, ha un complice d'eccezione: il Governo. Ecco per quale motivo la Regione e i sindacati sono stati tenuti fuori, un fatto gravissimo». «Io – aggiunge Giuseppe Meloni – non chiamo in causa solo il deputato M5s Nardo Marino, mi chiedo che fine abbia fatto il senatore Christian Solinas che faceva campagna elettorale con Salvini all’insegna del motto "Prima i sardi". Ora è necessario che il vice capogruppo della Lega Psd'Az, possibile candidato alla presidenza della Regione, batta un colpo e faccia valere le ragioni dei sardi. Convinca Salvini a cedere sulla mai sopita idea della Lega di trasferire la base Air Italy nella sua Lombardia. Lo faccia subito, perché serve una moratoria per evitare che dal 1° ottobre i 51 lavoratori facciano le valige per Malpensa». «Impossibile, infine, non rilevare – conclude Meloni – come si sia passati da un ministro come Delrio che incontrava lavoratori e i sindacati a Olbia a ministri di un Governo che nemmeno li convoca a Roma, ma riceve i manager con figure di secondo piano, con l'azienda che a quel punto non ha problemi a proseguire senza ostacoli nel progetto di trasferire la sede in Padania».
 

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