La Nuova Sardegna

Olbia

I sindaci domani a Cagliari «Restituiteci l’autonomia»

di Serena Lullia
I sindaci domani a Cagliari «Restituiteci l’autonomia»

I primi cittadini della Gallura incontrano i capigruppo in Consiglio regionale  Nizzi, FI: «I partiti siano responsabili». Scanu, Pd: «C’è una regia per affossarci»

25 settembre 2018
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OLBIA. Non un capriccio da esaltazione autonomista. Ma la rivendicazione di un territorio che per continuare a crescere non può tornare a essere colonia di Sassari. La richiesta dell’istituzione della provincia del nord-est viene rilanciata con forza dai sindaci del territorio. Riuniti in via Nanni dal presidente della commissione socio-sanitaria e sindaco di Padru, Antonio Satta. Con la consapevolezza che non ci saranno altre occasioni per riconquistare l’indipendenza. La Regione ha rinviato il termine per le elezioni di secondo livello. Da ottobre a fine dicembre. La proposta di legge per far rinascere la provincia Gallura da un anno fa le ragnatele nei cassetti della commissione regionale Autonomia. Il presidente Satta detta l’agenda. Domani una riunione a Cagliari per parlare con i capigruppo in Consiglio regionale. E inchiodarli alle loro responsabilità. Tocca a loro mettere all’ordine del giorno il disegno di legge e farlo votare in Consiglio.

Spalle al muro. «Abbiamo un documento sottoscritto da tutti i sindaci in favore della provincia – afferma Settiimo Nizzi –. Firme importanti che rappresentano la volontà delle comunità in cui sono stati eletti. Per noi galluresi questa è la battaglia delle battaglie. La proposta di legge va portata subito in Consiglio. Non avremo altre occasioni. Se i partiti, vogliono i voti della Gallura, devono portare la legge sulla provincia in discussione. Non ci saranno altre occasioni».

Gallura unita. L’unità della Gallura per la battaglia autonomista la riassume il sindaco di Tempio, Andrea Biancareddu. «Delle guerre tra Olbia e Tempio restano solo gli sfottò – afferma –. Esiste una sola Gallura. Come esiste un Mater Olbia gallurese, un aeroporto gallurese, un tribunale gallurese. Una provincia che dobbiamo difendere tutti insieme. Il referendum che l’ha cancellata non è stato votato da noi. Quella decisione la abbiamo subita. I cagliaritani e i sassaresi si sono uniti per privarci della nostra autonomia».

Regia massonica Analizza la situazione con lucido spirito critico l’ex deputato Gian Piero Scanu. «Non dobbiamo più dire che non c’è stata la volontà politica di istituire la provincia Gallura, ma che c’è stata la ferma volontà politica di non istituirla. Certo se molte cose sono state fatte male o non sono state fatte è anche colpa nostra. Prendiamo atto, pur celebrando con sentimento riconoscente questa mattinata, che in qualche modo celebriamo anche il nostro fallimento. Se non fossimo stati inadeguati nella tutela dei nostri interessi legittimi probabilmente non saremmo a questo punto. Per troppi anni siamo stati divisi, ci siamo combattuti, siamo stati miopi. Se oggi questo è cambiato un miracolo, su cui va costruita un’azione nuova. L’incontro di domani è eccellente. Ma lunedì prossimo si valuti insieme l’esito della riunione. Rischiamo di tornare a essere governati da Sassari. Per una ex colonia tornare a essere colonia è la morte politica. Se la politica di Sassari è stata ostile prima che diventassimo provincia, figuriamoci se tornassimo da sconfitti. Non dimentichiamoci che c’è una regia, attraversata dalle forze della massoneria che governa in modo trasversale la politica regionale e determina la nascita e l’aborto di tutte le iniziative in Sardegna. E il nostro territorio è quello più preso di mira. Dobbiamo essere consapevoli di questa regia inconfessabile».

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