La Nuova Sardegna

Olbia

Sughero, sos degli artigiani «Aiutateci o sarà la fine»

di Pietro Zannoni
Sughero, sos degli artigiani «Aiutateci o sarà la fine»

Calangianus, l’accorato appello alle istituzioni delle poche aziende rimaste: l’esportazione in Portogallo ci ha devastati, ci facciano lavorare la materia prima

25 settembre 2018
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CALANGIANUS. «La situazione di noi artigiani del sughero è giunta al capolinea». E’ l’amara denuncia degli ultimi artigiani rimasti. Coloro, cioè, che facevano parte di una realtà con 150 aziende artigiane di trasformazione e che adesso sono poco più di 20. Il comparto sughero vantava oltre 2.000 addetti, oggi ne conta circa 700. «Il prepotente ingresso dei competitor portoghesi ci ha messo in ginocchio e le poche aziende artigiane sopravvissute – denunciano gli artigiani con il pieno appoggio dell’amministrazione comunale - chiedono un intervento immediato e concreto delle istituzioni. La nostra economia è stata aggredita dalla strategia di acquisto della materia prima in Sardegna con conseguente impennata del costo del sughero. Per questo c ‘è stata una perdita evidente di manodopera perché il sughero viene esportato: non si lavora in loco e noi artigiani dobbiamo acquistare la materia prima a un prezzo quadruplicato. Si stima -prosegue la nota firmata dagli artigi- che attualmente il 70% del sughero venga esportato e il dato è destinato a salire se non si interviene immediatamente. In uno scenario europeo, i nostri numeri di produzione sono i più bassi ma la tassazione è più alta e maggiori sono i costi di produzione rispetto al Portogallo. Elementi che non giocano di certo a nostro favore. Chiediamo alle forze politiche una tutela e una valorizzazione di questa preziosa risorsa che potrebbe rappresentare un’eccellenza per i mercati alla ricerca di un prodotto artigianale di alto livello. È necessario- propongono gli artigiani- per primo tutelare la risorsa affinché si possa sperare ancora in un futuro per i pochi artigiani rimasti e poi servono nuovi impulsi in termini di ricerca per permettere alle nostre realtà di offrire un prodotto oltre gli standard qualitativi esistenti. Così si può valorizzare l’importanza della chiusura in sughero naturale che non ha rivali, perché la sua produzione non rovina l’ambiente e crea occupazione. Al riguardo urge potenziare l’ex Stazione Sperimentale del Sughero per promuovere una nuova immagine della materia prima e dei prodotti. Si calcola che un tappo in sughero naturale inquini oltre 20 volte meno in termini di CO2 rispetto a quello chiamato “screwcap” o tappo a vite e 10 volte meno rispetto ad un tappo sintetico. Ma nonostante questo meraviglioso connubio - termina il documento - tra beneficio economico e salvaguardia ambientale, l’economia del sughero pare sia dimenticata e lasciata in balia di se stessa. Ogni giorno sono tante le aziende che non riescono più a reggere a questa pesante crisi e contemporaneamente la disoccupazione è in continua crescita con una grave ricaduta sociale nel nostro territorio. Questa situazione ha pesantemente danneggiato o, in alcuni casi, portato alla chiusura di quelle realtà che ruotavano attorno all’economia del sughero. Confidiamo nelle istituzioni. E’ l’ennesima richiesta di aiuto, non vorremo che fosse l’ultima».

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