La Nuova Sardegna

Olbia

Nasce il polo universitario gestito da Comune e privati

di Serena Lullia
Nasce il polo universitario gestito da Comune e privati

Via libera del Consiglio al Consorzio di cui fanno parte Geasar, Aspo e Cipnes Il sindaco Nizzi: «Passaggio epocale». Il consigliere Desole: «Sia un’eccellenza»

02 ottobre 2018
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OLBIA. La formula è curiosa, ma non originale. Nasce il polo universitario a gestione pubblico-privata. Il Consiglio comunale con il suo voto dà l’ok alla nuova vita dell’università in città. Avrà una sede diffusa, tra l’ex palazzo dell’Upim e l’Olbia Expo. Ma non prima dell’anno accademico 2019-2020. E alle sue spalle avrà uno squadrone di enti pubblici e privati. Oltre all’università di Sassari, ne fanno parte Geasar, l’Area marina protetta di Tavolara, il Cipnes, l’istituto Euromediterraneo, la municipalizzata Aspo, tra l’altro proprietaria dell’immobile di Corso Umberto in cui avrà sede.

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Scelta storica. Il sindaco Settimo Nizzi considera la nascita del polo universitario a gestione consortile un passaggio epocale. E non a caso spezza la lunga serie di assenze in Consiglio per poterne benedire la nascita. «Arriviamo alla costituzione del consorzio dopo anni di gestione del polo universitario in solitaria del Comune – afferma il primo cittadino –. Siamo partiti con il Piano strategico del 2007 per poi arrivare all’agenda urbana e oggi arriviamo a discutere la costituzione del Consorzio. Passiamo da una gestione a carico del Comune senza che la Regione possa darci il benché minimo contributo alla costituzione di un consorzio di un certo livello. Basta vedere chi ne fa parte. Ora possiamo guardare a qualcosa di più importante e a un servizio universitario di spessore».

Nessuna concorrenza. La Eu project manager, Gianna Masu, ha gestito tutta l’iter. «Il polo di Olbia non si pone in concorrenza con gli altri della regione – spiega –. Olbia vorrebbe contribuire a completare un’offerta formativa già importante, proponendo linee di indirizzo innovative, anche all’indomani di quel premio assegnato al Dipartimento dei servizi economici dell’università degli studi di Sassari, in modo particolare al Corso di economia olbiese. Il dipartimento è diventato di eccellenza all’indomani di un bando di cui il Comune è partner e dovrà gestire risorse cospicue con laboratori di ricerca e di innovazione importantissimi. Se dobbiamo fare un salto di qualità non possiamo rimanere indietro con strumenti che andavano bene quando è nato questo percorso». Masu spiega poi il valore della gestione consortile. «Una base giuridica coerente consente non solo al Comune ma a tutti coloro che condividano questa sfida di contribuire non solo finanziariamente a completare l’offerta di alta formazione della Sardegna».

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Università di serie A. «Bisogna puntare a un polo di eccellenza, individuando specificità che non lo rendano una ripetizione – afferma il consigliere della Coalizione civica, Patrizia Desole –. Dobbiamo fare in modo che la nostra sia una università di serie A. Ben venga la formula del consorzio se ci consente di reperire nuovi finanziamenti e anche di dare borse di studio per gli studenti con difficoltà economiche». Qualche perplessità arriva dal consigliere Ivana Russu. «Non ho mai digerito che si spendessero 400mila euro per una università che deve essere garantita dallo Stato – afferma –. Voterò favorevole ma il mio sarà un voto di fiducia. Nella speranza che possa diventare competitiva. Ho qualche dubbio sulla gestione. Un presidente e non un direttore generale e un Cda con revisori. Un aumento di cariche che mi auguro non siano retribuite».
 

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