La Nuova Sardegna

Olbia

Il ministro Bonafede: sospendete il giudice Carta

Il ministro Bonafede: sospendete il giudice Carta

Il Guardasigilli ha fatto ricorso contro la decisione del Csm che rigettava la richiesta di Orlando

03 ottobre 2018
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OLBIA. La spada di Damocle di una nuova sospensione pende ancora una volta sulla testa del giudice Elisabetta Carta, indagata per rivelazione di segreti d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta turbativa d’asta relativa alla vendita di villa Ragnedda. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha fatto ricorso contro la decisione del Consiglio superiore della magistratura che aveva rigettato la richiesta di sospensione facoltativa avanzata dall’allora ministro della Giustizia Andrea Orlando. Secondo il ministro Bonafede, il Csm non poteva entrare nel merito di valutazioni che riguardassero le esigenze di cautela ma doveva limitarsi a verificare se i fatti fossero gravi o meno. Inoltre, il ministro ritiene che il trasferimento a Sassari del giudice Carta non abbia fatto cessare le esigenze cautelari che verrebbero invece arginate con la sospensione. Queste in sintesi le motivazioni del ricorso contro la decisione assunta a giugno dal Csm, che era andata a favore del giudice sassarese. Che ora sprofonda nuovamente nell’attesa di un responso sulle sue sorti, dopo essere stata sospesa per sei mesi dalle sue funzioni dal gip di Roma. Secondo l’accusa, la Carta avrebbe disposto intercettazioni avvertendo di ciò gli interessati. Nei suoi confronti il gip veva disposto una misura interdittiva per sei mesi. Recentemente è rientrata in servizio. «Posso solo manifestare la mia sorpresa di fronte all’ennesima iniziativa nei confronti di una giudice seria e preparata – commenta il suo difensore, Ivano Iai – Il ricorso è interamente basato su un contesto di supposte relazioni alle quali la Carta è assolutamente estranea, ciò essendo dimostrato dagli atti del procedimento. Con l’imbarazzante esempio riferito nel ricorso, secondo cui l’avvenuto trasferimento al Tribunale di Sassari non avrebbe superato le esigenze di cautela giacché all’epoca dei fatti la Carta prestava comunque servizio a Tempio Pausania e non a Olbia, il ministro della Giustizia, dimostra di non conoscere la geografia giudiziaria della Sardegna e di ignorare che Tempio e Olbia costituiscono il medesimo Ufficio giudiziario circondariale, finendo così per dar ragione al Csm e al provvedimento da esso adottato». (t.s.)

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