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Olbia, l'assessore: «Luca avrà presto un posto a scuola»

Olbia, l'assessore: «Luca avrà presto un posto a scuola»

Il caso del bimbo autistico senza classe. Sabrina Serra dà la sua versione e annuncia: risolveremo subito il problema

05 ottobre 2018
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OLBIA. Il piccolo Luca, il bimbo autistico di sei anni e mezzo per il quale l’anno scolastico non è ancora cominciato, avrà presto un banco e una classe. E tra oggi e domani si saprà quale scuola potrà frequentare. Lo assicura l’assessora della Pubblica Istruzione Sabrina Serra, che ha inviato una lettera a tutti i dirigenti scolastici per conoscere la disponibilità di posti.

I genitori del piccolo, Maria e Luigi, avevano fatto sentire la loro voce proprio perché non era stata trovata una sistemazione. L’unica possibilità che era stata offerta dai Servizi sociali, ma era secondo loro praticabile. «Troppo lontano andare a Murta Maria, sede del Comprensivo di Loiri Porto San Paolo - aveva detto Maria - . Sia per nostro figlio, che avrebbe dovuto trascorrere a scuola troppe ore potendo rientrare a casa solo al pomeriggio, sia per noi, visto che non abbiamo la possibilità di accompagnarlo. Mio marito lavora saltuariamente e quando è impegnato è fuori casa dal mattino presto, io non ho la patente e per i problemi che ho alla schiena non posso fare tanta strada a piedi. Ecco perché avevamo chiesto che il bambino potesse essere ospitato in una scuola vicina a casa nostra».

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L’assessora Serra non sta a guardare, ma non accetta nemmeno che si dia «un’immagine sbagliata della scuola olbiese. Nonostante l'importante numero di nuove famiglie che ogni anno arrivano nella nostra città, a Olbia tutti i bambini hanno la loro scuola, come la ha il piccolo Luca. Lo scorso anno era stato inserito nella primaria di via Vicenza ma la famiglia aveva scelto di spostarlo a San Vincenzo: l’istituto lo aveva così accolto gratuitamente. Il bambino attualmente non risulta autistico e sono in corso accertamenti. Ad ogni modo, preciso che in casi come quello di Luca (quando i bambini hanno problemi non ancora certificati, perciò senza il diritto ad avere insegnanti di sostegno), insieme agli istituti scolastici mettiamo in campo tutte le risorse possibili sia con l’assistenza educativa specialistica e di base, sia col supporto degli insegnanti di potenziamento a disposizione delle scuole». Luigi e Maria avevano comunque precisato di non avere ancora la “104”. «La diagnosi è stata fatta da una specialista che ha più volte visitato Luca. Ma siamo in attesa da 3 mesi essere chiamati affinché il bambino possa essere valutato dalla commissione di esperti».

Sabrina Serra, poi, va avanti e rimarca «che nessun genitore ha il diritto di decidere il plesso scolastico in cui mandare il proprio figlio. L'assegnazione avviene sulla base di regole certe e rigide, applicate dai dirigenti scolastici. Solo dopo aver garantito la frequentazione scolastica a tutti i bambini, si esaminano eventuali richieste di trasferimenti, e anche su questo fronte si cercano le soluzioni: tuttavia nessun genitore è autorizzato a non mandare a scuola il proprio figlio solo perché non ha trovato posto nel plesso scolastico di fronte a casa. È vietato dalla legge, è un reato penale, ed è grave nei confronti del bambino e della comunità. Senza dimenticare gli sforzi che fanno gli operatori e i dirigenti della scuola sul fronte della didattica e dell'insegnamento, e ciò che fa anche la nostra amministrazione, quotidianamente, per dare il meglio agli alunni in termini di strutture e servizi. Tornando al caso in questione, ho contattato la mamma del bambino per risolvere il problema. E Alla fine le ho comunicato che il 1° ottobre scorso, giorno in cui abbiamo appreso della richiesta di trasferimento, abbiamo inviato la stessa a tutti i dirigenti scolastici: entro questa settimana sapremo dove sarà possibile sistemarlo. Tutti gli alunni vengono seguiti con attenzione, nell’interesse del loro benessere e nella tutela dell’istruzione - chiude l’assessora -, un fondamento che questa amministrazione ritiene fondamentale non solo per la salvaguardia dei bambini, ma per lo sviluppo della propria comunità». (s.p.)
 

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