La Nuova Sardegna

Olbia

Passerelle in legno rimosse Il Grig: serve un accordo

di Walkiria Baldinelli
Passerelle in legno rimosse Il Grig: serve un accordo

Santa Teresa, riesplode il caso dei camminamenti sulla Rena di Ponente «Quella dell’esproprio non è la strada migliore, i tempi sarebbero lunghi»

08 ottobre 2018
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SANTA TERESA. Non si è spenta l'eco della rimozione delle passerelle in legno sulla Rena di Ponente. Per il Gruppo di intervento giuridico (Grig) la soluzione più sensata sarebbe l'acquisizione bonaria nel patrimonio comunale dei terreni privati sui quali erano state realizzate una decina di anni fa. Anche per evitare l'ipotesi di un danno erariale. «La vicenda è semplice – dichiara il presidente dell'associazione, Stefano Deliperi -. Complicata dalla scarsa buona volontà del Comune. Pur essendo un'area dunale è privata e il proprietario ha il sacrosanto diritto di non sopportare opere realizzate dall'ente locale senza il suo consenso, soprattutto quando sembra aver proposto soluzioni bonarie senza alcun esito. Sarebbe dunque opportuna l'acquisizione in via bonaria dell'area per la passerella "salva-dune", anche per garantire l'accesso ai disabili». La rimozione dei listoni dei camminamenti sulla Rena di Ponente, che fiancheggia l'istmo di Capo Testa, è un intervento privato autorizzato dal tribunale con un'ordinanza del 2013, diventata esecutiva qualche giorno fa tramite un ufficiale giudiziario. Il giudice aveva ordinato al Comune il ripristino dei luoghi e la demolizione dell'opera pubblica nel sito di interesse comunitario (Sic) perché, pur essendo stato concordato con il proprietario, il contratto di comodato d'uso per 25 anni dell'area non era stato stipulato dall'ente locale. Il Wwf Italia nei giorni scorsi aveva indicato nell'esproprio dei terreni l'unica via per bloccare lo smantellamento del percorso pedonale salva-dune.

Provvedimento da realizzare con un'eventuale delibera di consiglio comunale per stabilire il prevalente interesse pubblico dell'opera. «Certo, può esser perseguito anche l'esproprio con le procedure di legge – afferma Deliperi -, ma i tempi sarebbero ancora più lunghi. Meglio un accordo bonario. Si tratta, comunque, di un'ipotesi da valutare anche sotto il profilo del danno erariale: i costi che ha sopportato il Comune per la realizzazione delle passerelle senza alcun titolo sull'area e i costi che saranno addebitati all'ente per la rimozione e il ripristino ambientale».

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