La Nuova Sardegna

Olbia

Lavori pubblici, il tesoretto del Comune di Olbia vale ventiquattro milioni

di Giandomenico Mele
Lavori pubblici, il tesoretto del Comune di Olbia vale ventiquattro milioni

Cade il tabù del Patto di stabilità che bloccava gli avanzi di amministrazione. Il sindaco: colta una grande opportunità, sappiamo già come spendere i soldi

26 ottobre 2018
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OLBIA. Il Patto di stabilità interno non è più un tabù. Il comune di Olbia ha ottenuto quello per cui aveva iniziato ad alzare le barricate fin dal dopo alluvione del 2013, quindi poter sbloccare i preziosi denari dell’avanzo di amministrazione per opere, all’epoca ma ancora oggi, fondamentali per mettere in sicurezza la città. Potere taumaturgico del sindaco Settimo Nizzi, un “mago” nel riuscire a trovare preziose risorse per la città, ma anche la capacità di cogliere le opportunità dalla riforma del pareggio di bilancio, chiamata a sbloccare in modo strutturale l’utilizzo degli «avanzi di amministrazione», cioè i “risparmi” degli anni precedenti bloccati dai vincoli di finanza pubblica. L’assemblea nazionale dell’Anci, in corso di svolgimento a Rimini, ha confermato l’allentamento dei vincoli che fin qui hanno bloccato l’utilizzo del denaro in cassa.

Il «tesoretto». Si parla per Olbia di 15 milioni vincolati, che saranno utilizzati per i Piani di risanamento (9 milioni) e i servizi sociali (6 milioni). Poi di 9 milioni di euro non vincolati, per un totale di 24 milioni di euro liberati dal blocco del Patto di stabilità interno e destinati al futuro della città e al benessere dei cittadini. «Abbiamo saputo cogliere le opportunità concesse dall’interpretazione delle nuove norme e abbiamo già destinato parte dell’avanzo di amministrazione alle spese per investimenti – spiega il sindaco – confermo lo stanziamento di 15 milioni di euro tra Piani di risanamento e Servizi sociali. Gli altri 9 milioni di euro non vincolati li abbiamo tutti impegnati per le scuole, le infrastrutture stradali, l’illuminazione pubblica e gli impianti sportivi».

La norma. La Ragioneria generale dello Stato aveva dato attuazione a due sentenze della Corte costituzionale che sostenevano come il blocco degli avanzi di amministrazione attuato dagli enti locali e dalle Regioni fosse illegittimo. La prima di queste due sentenze (la numero 247/2017) aveva formulato un’interpretazione di una legge (la numero 243 del 2012) in materia di equilibri di bilancio degli enti territoriali e delle Regioni. Il principio del pareggio di bilancio fu introdotto da Monti e inserito nella Carta costituzionale. La riforma cancella una giungla di adempimenti che hanno impegnato fin qui amministratori e revisori dei conti. Arriva così la traduzione in legge dell’intesa con le Regioni su 4,2 miliardi di investimenti in cinque anni, 250 milioni all’anno in più alle Province, la rinegoziazione dei vecchi mutui Cdp (Cassa depositi e prestiti) trasferiti al Mef (ministero Economia e finanza) e la possibilità di ottenere un’anticipazione finanziaria con la richiesta di avviare il pre dissesto, senza la necessità di attendere il via libera della Corte dei conti.

Caccia ai soldi. Di fatto, per la prima volta, dopo quasi 20 anni di blocco, i Comuni sardi potranno quindi investire i loro avanzi di amministrazione. Olbia ha saputo cogliere l’opportunità al volo, partendo con proverbiale velocità amministrativa. Una circolare che libera risorse imponenti assegnando agli enti locali con avanzo di amministrazione un tesoretto di ben 785 milioni. I dati elaborati sulla base dei sistemi contabili del ministero dell’Economia parlano di una cifra di quasi 800 milioni in difetto. La sfida, però, si gioca in pochi mesi. Olbia è partita in fretta e con il piede giusto.

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