La Nuova Sardegna

Olbia

Post contro l’assessore processo per diffamazione

di Tiziana Simula
Post contro l’assessore processo per diffamazione

La Maddalena, Maria Pia Zonca presa di mira da una serie di attacchi su Fb  A giudizio due coniugi accusati di aver pubblicato online frasi offensive  

27 ottobre 2018
2 MINUTI DI LETTURA





LA MADDALENA. Una serie di frasi su Facebook aveva fatto scattare una denuncia-querela nel 2012. Post con pesanti attacchi nei quali veniva presa di mira la persona e l’operato nelle sue qualità di assessore alla pubblica istruzione, ambiente e politiche sociali, Maria Pia Zonca, tuttora assessore nella giunta attualmente guidata da Luca Montella. Destinatari della querela e per i quali è in corso il processo nel tribunale di Tempio, i coniugi Francesco Vittiello e Tamara Cani. L’accusa contestata dalla Procura nei confronti della coppia è diffamazione aggravata via Facebook per aver offeso l’onore e la reputazione di Maria Pia Zonca definendola «pseudo assessore alla pubblica istruzione». Ma i post incriminati sono più di uno. A quello postato dal marito nel 2011 si aggiunge quello della moglie, nel gennaio 2012 nel quale la definisce «Zonca di nome e di fatto, nell’accezione sulcitana del termine. Cognome che le si addice perché solo una zonca potrebbe prestarsi, in qualità di assessore, a certe cattiverie gratuite».

Un terzo post contenuto nella denuncia-querela è stato oggetto di integrazione nei capi d’imputazione da parte del pubblico ministero in una precedente udienza. L’assessore veniva definita «fanghiglia catto comunista di Padule», con riferimento alla località dove risiedono i genitori dell’esponente della giunta comunale.

Per la difesa – i coniugi sono assistiti dall’avvocato Luca Olivieri – non si tratta di attacchi diffamatori. L’imputato, sentito in aula, ha confermato di aver pubblicato dei post rivolti alla Zonca ma ha detto che si trattava di critica politica. Ha negato, però, di aver pubblicato il post dove definiva l’assessore «fanghiglia catto comunista di Padule». La frase sarebbe stata letta a Maria Pia Zonca durante una cena alla quale erano presenti una decina di persone, ma, poi, il post era sparito da Facebook. Nell’udienza davanti al giudice monocratico Andrea Pastori, oltre all’imputato, è stato sentito come testimone anche la persona che durante quella cena, stando all’accusa, aveva letto quel post, ma ha riferito di non ricordarsi di quel messaggio.

Maria Pia Zonca si è costituita parte civile con l’avvocato Giommaria Uggias. Che a conclusione dell’esame dell’imputato, ha chiesto al giudice che venisse sentita come teste una delle dieci persone che era presente alla cena durante la quale sarebbe stato letto il post. Il teste sarà ascoltato nella prossima udienza, fissata per il 26 febbraio 2019.

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative