La Nuova Sardegna

Olbia

Aereo cade in mare: il test dei soccorsi superato a pieni voti

di Serena Lullia
Aereo cade in mare: il test dei soccorsi superato a pieni voti

Spettacolari le operazioni di recupero dei naufraghi al largo Mezzi aerei e navali coordinati dalla Capitaneria di porto

31 ottobre 2018
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OLBIA. La richiesta di aiuto arriva dal cielo verso le 9. L’aereo con 90 passeggeri a bordo partito dal Costa Smeralda e diretto a Fiumicino ha un problema al motore. Il mezzo vola sullo specchio di mare al largo della costa, tenta un atterraggio di emergenza ma si schianta. Scatta l’operazione “Squalo 2018” coordinata dal Corpo delle capitanerie di porto. Una maxi simulazione che vede coinvolte Italia, Francia e Spagna. Un test che dopo quasi cinque ore si può considerare superato a pieni voti. I 17 superstiti vengono recuperati e trasportati all’ospedale con gli elicotteri o a bordo delle ambulanze. Tutti i mezzi aerei e navali concludono alla perfezione le operazioni di salvataggio. Spettacolare e dalla precisione chirurgica il recupero dei superstiti tra le onde.

Lo scenario. Lo specchio di mare scelto per la maxi esercitazione dista cinque miglia dall’isola di Mortorio, 15 da Olbia. Il vento soffia a dieci nodi, il mare di livello tre, mosso, ha un’onda di un metro e mezzo. Dopo il mayday dell’aereo la sala operativa della Capitaneria di porto fa scattare le operazioni Sar. E inizia a pianificare l’impiego di tutte le risorse aeree e marittime disponibili. Convergono sul punto dell’impatto le motovedette e i mezzi della Guardia costiera di Olbia, La Maddalena e Golfo Aranci. In mare anche i mezzi di carabinieri, Marina militare, guardia di finanza e le forze francesi. In cielo volano aerei ed elicotteri di Guardia costiera, aeronautica militare, carabinieri, polizia, vigili del fuoco.

Il recupero dei naufraghi. In mezzo al mare, su zattere di salvataggio che simulano il relitto dell’aereo, i naufraghi combattono contro il freddo e le onde. Alcuni sono feriti, hanno traumi e lesioni dovuti all’impatto. L’accertamento delle loro condizioni viene fatto dal mezzo navale più vicino. Nel frattempo viene predisposto il recupero dal cielo. L’elicottero studia il vento, le condizioni del mare, si avvicina alla zattera e cala il cavo con il soccorritore agganciato. Operazione che deve essere precisa, millimetrica, e rapida. Uno per uno i naufraghi vengono recuperati e trasportati nell’elisuperficie occasionale allestita al porto dell’Isola Bianca o direttamente all’ospedale Giovanni Paolo II. Poco prima delle 14 tutti i superstiti sono in salvo.

Pieni voti. Mezzi aerei e navali possono rientrare alle loro basi mentre nella sala operativa della Direzione marittima si respira aria di soddisfazione per la buona riuscita dell’esercitazione. Avvenuta sotto lo sguardo attento del direttore marittimo del nord Sardegna, Maurizio Trogu e del prefetto Giuseppe Marani, che ha presieduto il Centro di coordinamento dei soccorsi. Con loro anche gli osservatori internazionali di Francia, Spagna, Croazia, Turchia e Albania. «L’esercitazione è andata in modo più che positivo – afferma Trogu – . Una simulazione di un caso reale con condizioni meteo di certo non ottimali. Ma in caso di emergenza, nella vita vera, dobbiamo essere pronti a intervenire in qualsiasi situazione».

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