La Nuova Sardegna

Olbia

Ricorso di balneari e pescatori contro l’Amp di Capo Testa

di Walkiria Baldinelli
Ricorso di balneari e pescatori contro l’Amp di Capo Testa

A guidare la battaglia davanti al Tar contro l’area marina protetta è il Movimento sardo pro territorio Tra i punti contestati il mancato coinvolgimento della Capitaneria, della popolazione e della Provincia 

07 novembre 2018
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SANTA TERESA. Il Movimento sardo pro territorio ha presentato un ricorso al Tar contro il ministero dell'Ambiente per l'annullamento del decreto istitutivo e il regolamento di disciplina dell'Area marina protetta (Amp) Capo Testa-Punta Falcone. Tra i firmatari del ricorso anche l'Associazione armatori motopescherecci sardi, la sezione regionale del Sindacato italiano balneari (Sib), 15 operatori e imprenditori del mare. I ricorrenti puntano il dito anche contro il Comune di Santa Teresa, la Regione e l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). «L’Unione Europea raccomanda che le aree protette siano istituite solo con il consenso delle popolazioni interessate – affermano il rappresentante del Movimento pro territorio, Alessio Pasella e il coordinatore locale, Ulisse Murru –. Ma per l'iter dell'Amp di Santa Teresa gli enti preposti non hanno ascoltato le nostre richieste, né quelle della comunità, violando le raccomandazioni dell'Ue. Stufi di aspettare un confronto, risposte e riscontri da una politica sorda, superficiale, arrogante e irrispettosa nei confronti di un intero territorio e dell’ambiente, abbiamo deciso di portare la questione davanti ai giudici come estrema ratio nell’ultimo giorno utile per presentare ricorso al Tar». I ricorrenti contestano «la mancanza del consenso popolare al momento dell'avvio della procedura amministrativa» e chiedono l'annullamento degli atti impugnati. Evidenziano, tra l’altro, violazioni per il mancato coinvolgimento di Capitaneria di porto, ex Provincia gallurese e Provincia di Sassari: «Non sono state né sentite né convocate ai tavoli tecnici». L’Amp è ufficialmente diventata realtà il 20 settembre. In questa fase intermedia dall'entrata in vigore del decreto istitutivo – firmato nel maggio scorso dall'ex ministro Gian Luca Galletti del precedente governo, quando le camere erano già state sciolte – e del regolamento di disciplina, l'amministrazione comunale sta predisponendo gli adempimenti per l'approvazione del disciplinare di esecuzione e organizzazione. «Contestiamo la mancata condivisione di regole - dichiara il presidente dell'Associazione Armatori motopescherecci sardi, Renato Murgia –. L'istituzione dell'Amp Capo Testa-Punta Falcone è una scelta calata dall'alto. A rischio ci sono posti di lavoro, perché nell'area di Santa Teresa oltre alle aziende locali operano imprese di Golfo Aranci, Isola Rossa, Siniscola, Porto Torres e Alghero». L'Associazione Armatori pescherecci sardi rappresenta il 90% delle imbarcazioni da pesca a strascico, 150 delle 175 aziende isolane e 800 lavoratori impiegati nel settore.

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