La Nuova Sardegna

Olbia

L’Authority al Comune di Golfo Aranci: «Demolite il ponte a rischio»

di Dario Budroni
L’Authority al Comune di Golfo Aranci: «Demolite il ponte a rischio»

Massimo Deiana sull’opera che cade a pezzi: «È inutile, meglio buttarla giù». Il giallo sulla proprietà del cavalcaferrovia

09 novembre 2018
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GOLFO ARANCI. Il ponte forse ancora non ha le ore contate. Ma adesso a volere la sua demolizione sono in due. Innanzitutto il sindaco Giuseppe Fasolino. E poi anche Massimo Deiana, il presidente dell’Autorità di sistema portuale, che in un incontro al ministero ha parlato chiaro: «Vale la pena spendere dei soldi per un’opera che non serve più a nulla?». Tutto gira attorno al vecchio e malandato cavalcaferrovia per i traghetti che domina il porto di Golfo Aranci. Un’opera oggi inutile e che rappresenta anche un serio problema dal punto di vista della sicurezza. Le rampe sono arrugginite e poggiano quasi sui tetti delle case, mentre i cornicioni di cemento continuano inesorabili a perdere calcinacci. La strada che porta alla sua demolizione è comunque ancora lunga. Per esempio ancora non si è riusciti a capire chi sia il proprietario del cavalcaferrovia costruito negli anni Ottanta. Forse il Comune, forse no. In ogni caso, il sindaco Fasolino pretende la sua demolizione. E la stessa cosa suggerisce ora il presidente dell’Authority.

Verso la demolizione. Il Comune si è mosso già da qualche anno, prima ancora del crollo del ponte Morandi di Genova. Dal 2016 a oggi, per discutere del futuro dell’opera, si sono svolti vari incontri e tavoli tecnici. L’ultimo martedì al ministero delle Infrastrutture. Presenti Comune, Autorità di sistema portuale, Rfi e altri enti. È qui che Massimo Deiana ha indicato la strada della demolizione. «La sicurezza viene prima di tutto – dice Deiana –. Inoltre bisogna fare una valutazione su costi e benefici. Sappiamo che quell’opera, della quale solo una piccola porzione è di nostra competenza, oggi non ha più una utilità. Serviva a scavalcare i binari quando Golfo Aranci era la base del traffico ferroviario. Oggi non è più così. Quindi ha senso spendere dei soldi per ristrutturare un’opera che non serve più? Non sarebbe meglio demolirla per poi riqualificare il porto? Io la penso così, ma non dipende da me. Chiedo però di aprire una seria interlocuzione per prendere in esame l’opzione».

Il ponte di nessuno. Poi c’è ancora da chiarire chi sia il proprietario del ponte. Durante l’incontro a Roma, i vari funzionari hanno puntato il dito contro il Comune. «Sostengono che sia nostro, ma per me non è così. Non c’è nessun documento che lo certifichi. Il ponte, all’amministrazione comunale di allora, era stato consegnato solo in via provvisoria». La struttura, ancora oggi molto utilizzata, era stata costruita dal Genio civile. Nel 1980 il consiglio comunale aveva impegnato il Comune a eseguire, ad opera compiuta, la manutenzione ordinaria. Nel 1986, una volta conclusi i lavori, il Comune aveva ricevuto l’opera in consegna provvisoria. Poi, però, nessun atto definitivo. Nel 2015 il Comune aveva quindi dichiarato cessato lo stato di consegna provvisoria. A parte questo, Fasolino commenta: «Sono soddisfatto dell’incontro di Roma. Ho notato che, per quanto riguarda la demolizione, si sta prendendo coscienza». Ovviamente lo stato del ponte sta allarmando i cittadini. Una residente, Sarah Baruk, avvocato, ha presentato una denuncia ai carabinieri e inviato una lettera in Procura.

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