La Nuova Sardegna

Olbia

Liquami tra le ostriche: otto indagati dal gup

di Valeria Gianoglio
Liquami tra le ostriche: otto indagati dal gup

Il pm Emanuela Porcu chiede il rinvio a giudizio per smaltimento illecito di rifiuti Il giudice deciderà a fine novembre se accogliere la richiesta di processo

10 novembre 2018
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NUORO. Otto indagati, due parti civili, tra le quali c’è il Comune di San Teodoro, due reati contestati, a vario titolo, alle persone o enti finiti sul registro aperto dalla Procura – quello di smaltimento illecito di rifiuti e di danneggiamento. E un fatto contestato sullo sfondo di tutto: aver consentito, attraverso diverse omissioni e a causa del malfunzionamento e dello stato di abbandono di diversi impianti di depurazione e sollevamento, che diversi liquami finissero nel rio San Teodoro, nel rio Rattu longu, nel rio Budoni e nello stagno di San Teodoro che veniva utilizzato anche per allevare ostriche e altre specie ittiche destinate al consumo umano. Ieri mattina è approdato all’ultima udienza gup, prima della decisione sul rinvio a giudizio, l’inchiesta nata alcuni anni fa in seguito a ripetute segnalazioni fatte dai residenti e imprenditori delle zone interessate. I fatti contestati risalgono all’arco di tempo compreso tra il 29 luglio del 2009 e il 7 marzo del 2015 e vedono dieci persone nel registro degli indagati. Sono gli stessi per i quali il pm Emanuela Porcu ha chiesto il rinvio a giudizio: il gup deciderà alla prossima udienza, fissata per fine novembre, se accogliere questa richiesta.

Gli indagati – difesi dagli avvocati Massimiliano Ravenna, Sergio Spagnolo, Mauro Carelli, Francesco Paolo Sisto, sono: Alessandro Ramazzotti, all’epoca dei fatti amministratore unico della società Abbanoa, Carlo Marconi, amministratore unico dello stesso ente dal 9 febbraio 2012, Pietro Cadau, Pietro Cadau, presidente del consiglio di amministrazione, Sandro Murtas, responsabile della direzione generale, Diego Farre, responsabile del distretto numero 5, Luigi Patimo, direttore tecnico e procuratore speciale della sede secondaria di Milano della società Acciona Agua affidataria del servizio di controllo e manutenzione degli impianti di depurazione e sollevamento fognari, Giacomo Castiglia, referente tecnico della società Acciona Agua. Le parti civili, invece, sono il Comune di San Teodoro, rappresentato dall’avvocato Milena Patteri, e la compagnia ostricola mediterranea.

Secondo l’accusa, a causa del malfunzionamento degli impianti di depurazione e sollevamento, i liquami fognari erano fuoriusciti dal depuratore di Franculacciu e si erano dispersi nell’alveo del rio Budoni, nel depuratore della Cinta e da lì avevano raggiunto il rio San Teodoro e l’omonimo stagno dalla stazione di sollevamento di Rattu longu, a Cala d’Ambra, e da lì si disperdevano nel vicino Rattu longu. Era stato un vero disastro ambientale, insomma, secondo quanto accertato dall’inchiesta che ieri ha toccato una tappa chiave davanti al gup. A fine novembre, dunque, la decisione sull’eventuale rinvio a giudizio degli indagati.

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