La Nuova Sardegna

Olbia

Sequestro milionario il giudice restituisce i beni

di Tiziana Simula
Sequestro milionario il giudice restituisce i beni

D’Agosta, già condannato per mafia, non aveva comunicato i nuovi acquisti Assolto dal tribunale di Monza: riavrà il bar di Olbia e l’hotel di Porto San Paolo

10 novembre 2018
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OLBIA. Assoluzione e dissequestro dei beni. Gianfranco D’Agosta, 45 anni, siciliano e residente a Brugherio ma con attività in Gallura, ritornerà in possesso della sua villa di Loiri Porto San Paolo, del locale “Babilonia Caffè di Olbia, dell’albergo a quattro stelle di Porto San Paolo "Il Faro di Molarotto" di cui aveva un contratto di affitto, di alcune macchine e di altri beni sequestrati nel luglio 2012 dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Sassari e per i quali, il tribunale di Monza, che lo ha assolto con formula ampia passata in giudicato qualche giorno fa, ha disposto il dissequestro e la restituzione.

D’Agosta prepara ora una causa civile per chiedere il risarcimento per i danni subiti sia per gli anni durante i quali non ha potuto svolgere la sua attività nell’albergo e nel bar sotto sequestro, sia per i danni provocati alle strutture: l’hotel di Porto San Paolo, in particolare, è stato negli anni danneggiato e cannibalizzato. Sono stati rubati arredi, oggetti, documenti e staccati perfino i condizionatori.

Condannato con sentenza definitiva per associazione mafiosa (scarcerato nel 2006 e fino al 2009 ai domiciliari), e sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, D’Agosta era accusato di non aver comunicato al comando di polizia tributaria della Guardia di finanza di Sassari le variazioni patrimoniali, così come previsto in caso di sentenza definitiva per associazione mafiosa (la comunicazione deve avvenire per dieci anni ed entro trenta giorni dal fatto). Non avrebbe assolto a tale obbligo, pur avendo fatto acquisti immobiliari e mobiliari, tra cui, appunto una villa a Loiri Porto San paolo, due macchine (una Golf e una Smart), il Babilonia Caffè e altri beni riconducibili a lui e alla sua compagna all’epoca dei fatti, tra cui l’Hotel di Loiri Porto San Paolo “ Il Faro di Molarotto”. L’omessa comunicazione aveva fatto scattare nel 2012 il sequestro milionario dei beni. Durante il processo è emerso però la totale inconsapevolezza di Gianfranco D’Agosta sull’esistenza di questo obbligo: né in sede di condanna, né con successivo provvedimento ufficiale, l’imputato era stato mai messo al corrente che avrebbe dovuto comunicare alla Finanza le variazioni del suo patrimonio. Dalla sentenza del giudice monocratico del tribunale di Monza Sonia Mancini si evidenzia come D’Agosta, dopo aver riacquistato la libertà, si sia sempre preoccupato di informarsi sulla legittimità di ogni suo atto e di avvisare il magistrato di sorveglianza di ogni suo passo. Alla luce di quanto emerso dall’istruttoria dibattimentale, il 13 giugno scorso, Gianfranco D’Agosta è stato assolto «perché il fatto non costituisce reato». Sentenza passata in giudicato tre giorni fa. Ora D’Agosta prepara la sua mossa per il risarcimento danni.

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