La Nuova Sardegna

Olbia

Palau, il parroco storico saluta dopo cinquant’anni

di Walkiria Baldinelli
Palau, il parroco storico saluta dopo cinquant’anni

Don Salvatore Matta ha vissuto l’epoca della svolta e del boom turistico Era arrivato nel 1967 quando il paese era solo un approdo per La Maddalena

11 novembre 2018
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PALAU. Una vita dedicata alla cura dell'anima di migliaia di persone incontrate lungo 61 anni di cammino sacerdotale. Don Salvatore Matta, 85 anni, è andato a riposo dopo aver guidato per più di mezzo secolo la parrocchia di Nostra Signora delle Grazie. La comunità religiosa di Palau è ora nelle mani di don Paolo Pala, classe 1975, nominato sacerdote 18 anni fa. «Ti affido questa comunità, sapendo che potrai farla camminare bene, secondo la volontà di Dio e la ricchezza dei tuoi talenti», ha detto al passaggio di consegne don Salvatore, che arrivò nel paese gallurese nel 1967, quando, pur promettente, era un borgo concepito come l'approdo per La Maddalena. Originario di Sedini ha visto crescere il fenomeno del turismo, la creazione dell'esclusivo Porto Rafael, l'esplosione della Costa Smeralda. Il benessere economico, l'edilizia, l'espansione urbanistica e il sorgere di un porto turistico di rilievo. Erano gli anni immediati del post concilio, le parrocchie vivevano i fermenti di rinnovamento e transizione da una “chiesa societas perfecta” a una “chiesa comunionale” e innervata da carismi e doni, la cui composizione arricchiva e arricchisce il popolo di Dio. Don Matta è stato interprete e accompagnatore di questo processo delicato e faticoso. Sua l'attenzione ai media, ai gruppi ecclesiali, al recupero delle strutture parrocchiali. Sua l'accoglienza intelligente e ospitale dei tanti vacanzieri. Ereditare il ruolo di guida spirituale da chi ha trascorso quasi tutta la sua vita a Palau non è un compito semplice. «Don Salvatore è stato il mio parroco "estivo" dall'infanzia alla giovinezza - racconta don Paolo, ex parroco di Perfugas e Erula - è stato rettore del seminario e ha ricoperto diversi incarichi diocesani -. La mia famiglia è originaria di Palau, abbiamo sempre trascorso le vacanze nel paese dominato dalla roccia dell'orso, lambito da un mare senza paragoni, protetto dalla Madonna delle Grazie, verso cui i palaesi nutrono devozione. Succedergli non è semplice, specie dopo i suoi 51 anni di presenza attenta e affettuosa. Eredito una comunità cristiana impegnata e segnata positivamente dalla presenza di molteplici carismi. I palaesi mi hanno accolto con entusiasmo. Forse nutrono un po' troppe aspettative su un loro figlio che diviene improvvisamente "padre"». Per don Paolo il paese ha necessità di percorsi di riconciliazione e unità sociale. «Di stima vicendevole, spirito di collaborazione e di rilanciare la propria intraprendenza per ricoprire il posto di rilievo nel panorama isolano. Ha necessità di sostenere le sue famiglie, specie quelle più giovani, in gran numero segnate dal dramma della precarietà affettiva e valoriale. Ha necessità di puntare sui giovani, vivaci, intelligenti ma esposti a tanti rischi causati da un certo benessere. Gli spazi ci sono ma devono essere ripensati e rivitalizzati. Ma, in realtà gli spazi sono relativi, contano le persone».

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