La Nuova Sardegna

Olbia

Non c’è stata corruzione e il giudice assolve Matiz

di Tiziana Simula
Non c’è stata corruzione e il giudice assolve Matiz

Arzachena, il dirigente comunale coinvolto nell’inchiesta con un imprenditore L’accusa: una moto in dono in cambio del rilascio di concessioni in tempi celeri

15 novembre 2018
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ARZACHENA. Assolti perché il fatto non sussiste. Così ha deciso il gup del tribunale di Tempio Andrea Pastori che ieri mattina ha assolto dall’accusa di corruzione l’ex dirigente del settore tecnico, edilizia privata, urbanistica e tutela del paesaggio del comune di Arzachena Antonello Matiz, 56 anni, residente a Cannigione, attuale dirigente del settore demanio, patrimonio e attività portuali, e Maurizio Portas, 55 anni, residente ad Arzachena, amministratore di diverse società.

Al centro della vicenda giudiziaria, una moto Mv Agusta. Che, secondo l’accusa, sarebbe stata regalata da Portas all’ex dirigente del settore Urbanistica in cambio del «rilascio di concessioni edilizie in tempi celeri». Ciò sarebbe avvenuto dal 2006 al 2012.

La Procura di Tempio contestava a Matiz di aver ottenuto gratuitamente da Portas una moto di importante valore economico. Il mezzo, intestato a una delle sue società, sarebbe stato acquistato, stando al capo d’imputazione, solo ed esclusivamente per essere donato al dirigente comunale. Non risultava essere mai stato utilizzato per l’esercizio dell’attività di impresa. Per l’accusa, quella moto sarebbe stata donata al fine di ottenere il rilascio di diverse concessioni edilizie a vantaggio delle società in tempi celeri, considerando la normale tempistica dell’ufficio per il rilascio delle autorizzazioni. Ieri mattina è stata celebrata l’udienza davanti al gup. Durante la quale i difensori di Antonello Matiz e Maurizio Portas, gli avvocati Gerolamo Orecchioni e Chicco Tirotto hanno smontato l’impianto accusatorio sostenendo che le concessioni erano state rilasciate tutt’altro che in tempi celeri, in alcuni casi erano state rilasciate da altri dirigenti, e in altri casi nel giro di anni.

Il pubblico ministero ha sollecitato una condanna a un anno di reclusione. Ma il gup a conclusione della camera di consiglio ha dato ragione alle difese. Accogliendo le loro richieste, ha assolto i due imputati perché il fatto non sussiste.

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