La Nuova Sardegna

Olbia

Gli occupanti dell’ospedale «Pronti a lotte più dure»

di Angelo Mavuli
Gli occupanti dell’ospedale «Pronti a lotte più dure»

Il comitato reagisce all’assenza di risposte della Regione sui servizi da riattivare E l’Unione dei Comuni annuncia un Consiglio in corsia: la riunione si terrà il 21

18 novembre 2018
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TEMPIO. Un comunicato del presidio di occupazione del Paolo Dettori. Una presa di posizione nettissima dell’Anci Sardegna a firma del presidente Emiliano Deiana. Una dettaglia lettera di Andrea Biancareddu, in qualità di presidente dell’Unione dei Comuni, inviata a più destinatari in vista della conferenza territoriale socio sanitaria convocata a Olbia per domani e alla quale i sindaci dell’alta Gallura non parteciperanno.

Queste le novità più significative della giornata che si è vissuta ieri al Paolo Dettori con molta partecipazione. Proprio ieri infatti scadeva il termine richiesto alla giunta regionale per avere risposte alla lettera inviata il 7 novembre scorso nella quale si chiedeva all’esecutivo regionale il ripristino di tutti i servizi ospedalieri, «proditoriamente scippati al Paolo Dettori in questi anni con le motivazioni più assurde e banali. Ovviamente la risposta di Pigliaru non c’è stata ed ora si partirà con nuove forme di lotta ed iniziative più “pressanti” che potrebbero creare, fra le altre cose, non poche difficoltà all’esecutivo regionale e ai suoi eventuali alleati nella prossima tornata elettorale per le regionali. Duole rimarcare che, a distanza di un mese - si legge nel comunicato del presidio, che ricorda anche di essersi dato regole ferree per il rispetto di tutte le norme di convivenza sul posto -, che ci si veda ogni giorno pressati o sollecitati con visite non motivate delle forze dell'ordine che, rispondendo a loro volta a legittime disposizioni, non fanno altro che prendere coscienza che nulla sta accadendo, per giustificare un intervento che qualcuno evidentemente continua a richiedere. A questo, occorre aggiungere il persistente e continuo intervento anche della direzione sanitaria, per la quale è scontato che un presidio di occupazione debba creare pressione o fastidio. Questo però fa capire - continua il comunicato -, che l'azione dei presidianti, sta raggiungendo un minimo risultato di attenzione che li obbliga ad alzare il tiro anche se di fatto non sussistono ragioni di sicurezza, ordine pubblico e men che meno violazione della privacy».

Il comunicato, molto articolato e composito, dopo avere scritto che «per quanto attiene ai risultati del presidio, sono state raggiunte oltre quattro mila firme di presenza», rimarca l'attenzione della politica nazionale alla protesta, con l’invio a Tempio, il prossimo 8 dicembre, di Mara Lapia, parlamentare di Cinquestelle, componente della Commissione ministeriale alla Sanità e con la consegna della risposta del presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana, alla lettera fattagli pervenire dal presidio il 7 dicembre scorso.

Da Andrea Biancareddu, infine, la notizia che mercoledì prossimo, alle 18, è convocato presso il presidio, il Consiglio dell’Unione dei comuni, con tutti gli undici sindaci per deliberare una linea comune a difesa dei diritti sanitari del territorio e per studiare altre possibili strategie.

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