La Nuova Sardegna

Olbia

Santa Teresa, resta in cella il piromane dei 20 incendi

di Tiziana Simula
Santa Teresa, resta in cella il piromane dei 20 incendi

Il tribunale del Riesame ha confermato il carcere per Francesco Occhioni Era stato incastrato da gps e immagini che lo ritraevano nei luoghi dei roghi

23 novembre 2018
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SANTA TERESA. Resta in carcere, Francesco Occhioni, 36 anni, di Santa Teresa di Gallura, il piromane seriale, arrestato dalla Forestale oltre un mese fa. Così ha deciso il tribunale del Riesame, rigettando la richiesta di attenuazione della misura presentata dalla difesa e accogliendo le istanze della Procura. Occhioni è accusato di incendio boschivo. Al momento dell’arresto, gli veniva attribuita la responsabilità di venti incendi appiccati nell’estate 2017 e nell’estate 2018, a Santa Teresa. Roghi che hanno lambito villaggi turistici e abitazioni mettendo a repentaglio la sicurezza di turisti e residenti e mandando in fumo ettari di boschi e macchia mediterranea. Ma la sua posizione si sta aggravando. Nuovi elementi sono stati raccolti a suo carico, altri incendi, sempre sul territorio comunale di Santa Teresa, che si aggiungono ai venti contestati.

Occhioni era stato arrestato l’11 ottobre in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Andrea Pastori su richiesta del sostituto procuratore Ilaria Corbelli che ha coordinato le indagini condotte dalla Forestale. Il giovane – un insospettabile – volontario del Wwf e commesso nel reparto ferramenta di un punto vendita fai da te del suo paese, era finito in manette dopo mesi di serrate attività investigative: osservazioni, appostamenti e pedinamenti quotidiani. E, poi, acquisizioni di testimonianze, materiale fotografico e video, ma anche tabulati telefonici e il Gps installato sulla sua auto attraverso il quale gli investigatori seguivano tutti i suoi movimenti. Ad ogni incendio, lui era lì, nel punto di innesco a guardare cosa succedeva, un atteggiamento tipico dei piromani. Spesso dava il suo aiuto e partecipava attivamente allo spegnimento delle fiamme.

Col suo arresto, gli investigatori ritengono di aver interrotto una catena di incendi che per tutta l’estate ha tenuto in ansia il territorio. Fiamme con cadenza quasi quotidiana, la cui origine era stata fin da subito individuata come dolosa.

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