La Nuova Sardegna

Olbia

Coltiva nell’armadio e spaccia a scuola

di Stefania Puorro
Coltiva nell’armadio e spaccia a scuola

Quindicenne denunciato dalla Finanza al Deffenu con alcune dosi. E in casa nascondeva la mini-piantagione di marijuana

28 novembre 2018
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OLBIA. Ha solo quindici anni. Ed è uno studente come tanti, un ragazzo di buona famiglia. Ma è anche un baby spacciatore. Arrivato a scuola con alcune dosi di hascisc e marijuana, probabilmente per cederle a qualche compagno. La vendita, però, non è avvenuta. Perché gli uomini della Guardia di finanza, con i cani antidroga, hanno colto il quindicenne con le mani nel sacco. Nulla ha potuto fare o dire. Se non consegnare, spontaneamente, la droga che aveva portato con sé, in classe, all’’istituto tecnico Deffenu.

Ma c’è dell’altro. Il giovane alunno ha ammesso di custodire in casa altra droga. E proprio nella sua abitazione, dove si è svolta la perquisizione davanti alla madre, è stata trovata una piccola piantagione di marijuana (tre piante, per la precisione) nascosta in un armadio, attrezzato perfettamente per favorire la crescita: un ventilatore e una lampada. Trovati e sequestrati anche ulteriori 30 grammi di marijuana e una decina di hascisc.

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Il quindicenne è stato denunciato per spaccio dalla Guardia di finanza di Olbia guidata dal maggiore Marco Salvagno, nel corso di un’attività che punta a reprimere la vendita e il consumo di droga all’interno delle scuole disposta dal comando provinciale con la collaborazione di tutti i dirigenti scolastici e del Comune. Gli ultimi blitz, sempre concordati con gli stessi dirigenti delle superiori, hanno interessato in queste due settimane cinque istituti: oltre al Deffenu, le unità cinofile sono entrate all’istituto agrario, al liceo classico, al tecnico Panedda e al liceo artistico. E in quest’ultima scuola sono stati segnalati alla prefettura altri due ragazzi (un minore e un maggiorenne) per detenzione di marijuana.

Si va avanti, dunque, con la linea dura. Unica via di uscita “per far capire ai giovani che le scuole non sono terra di nessuno e che quando si entra in classe si devono rispettare le regole”. Ecco perché i dirigenti scolastici, sotto la regìa dell’assessora alla Pubblica istruzione Sabrina Serra, hanno chiesto la collaborazione della guardia di finanza affinché l’intervento non fosse più limitato a un controllo davanti agli ingressi. Da un anno, infatti, i cani antidroga entrano all’interno delle aule, fiutano zaini e giubbotti, controllano bagni e corridoi.

«Ma l’azione degli uomini delle fiamme gialle - ha sottolineato ancora una volta Gianni Mutzu, dirigente scolastico del Panedda -, avviene sempre in punta di piedi e con grande professionalità. I finanzieri, con al guinzaglio i loro esperti cani antidroga, suonano il campanello e si presentano. E poi, prima di entrare in classe, chiedono cortesemente ai ragazzi di uscire dall’aula per cominciare il controllo. Un modo di fare garbato e silenzioso che i nostri ragazzi accolgono ormai con approvazione, tanto che non manca il loro applauso ai finanzieri nel momento in cui lasciano la scuola. Per noi dirigenti, queste visite sono indispensabili e si deve sapere che non avvengono sporadicamente ma con una certa costanza. E senza preavviso. Il blitz può arrivare in qualsiasi momento, insomma, ed è giusto che gli studenti e le loro famiglie ne siano consapevoli».
 

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