La Nuova Sardegna

Olbia

Blitz in discarica, gli indagati sono 6

di Tiziana Simula

Avviso di garanzia per il presidente del Cipnes Gattu e per il dirigente del settore ambiente Maurelli

01 dicembre 2018
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OLBIA. Sono finiti sotto accusa in sei per i fanghi di depurazione delle acque reflue arrivati nella discarica di Spiritu Santu a bordo di semirimorchi dalle province di Caserta e Napoli. Per la Procura di Tempio, quei carichi dichiarati non pericolosi, dovevano essere invece considerati rifiuti pericolosi per la presenza di idrocarburi e metalli pesanti, e pertanto, secondo la vigente normativa ambientale non ricevibili, né lavorabili nella discarica consortile del Cipnes. Da qui, il provvedimento della Procura che ha disposto il sequestro preventivo di due aree all’interno dell’impianto di trattamento e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, di 400 e 200 metri quadri, dove erano stati accumulati i fanghi di depurazione trasportati. Si attende ora la decisione del gip Cristina Arban che dovrà convalidare il provvedimento della Procura.

I carabinieri del Noe di Sassari, insieme agli uomini della stazione di Loiri Porto San Paolo, hanno notificato l’avviso di garanzia al responsabile del settore igiene ambientale del Cipnes Gianni Maurelli, al presidente del Consorzio industriale Mario Gattu e ad altre quattro persone, legali rappresentanti e presidenti del consiglio di amministrazione delle società che gestiscono gli impianti di depurazione da cui provengono i fanghi e le società di trasporto che hanno portato il carico al Cipnes: Alfonso Gallo, di Roma, della Clanius Scarl che gestisce il depuratore di Villa Literno (Caserta), Alessandro di Ruocco di Torre del Greco, presidente del consiglio di amministrazione della Akerus scarl che gestisce l’impianto di depurazione di Caivano (Napoli), Gloria Vieri, di Pomezia, amministratore unico della società di trasporto Ecoter srl e Luigi Ucciero, di Castelvolturno, legale rappresentante della società di trasporto Ecologia Euroambiente. La contestazione della Procura – l’attività del Noe è coordinata dal procuratore Gregorio Capasso che annuncia di voler tenere alta l’attenzione sul tema della tutela dell’ambiente – riguarda il prelievo di un campione dei fanghi eseguito il 19 settembre dai militari della stazione di Loiri Porto San Paolo: dagli esami dell’Arpas di Nuoro è emerso che contenevano idrocarburi e metalli pesanti. Pertanto, dovevano essere considerati rifiuto pericoloso e non potevano essere ricevuti e lavorati nell’impianto di Spiritu Santu. A Maurelli, Gallo, Di Ruocco Vieri e Ucciero, la procura contesta di aver, in concorso tra loro, effettuato un’attività di raccolta, trasporto e smaltimento nella discarica consortile di rifiuti speciali pericolosi costituiti da fanghi prodotti da impianti di trattamento delle acque reflue industriali contenenti idrocarburi e zinco, provenienti dagli impianti di Caivano gestito dalla società Akerus e trasportati con autoarticolati dalla Ecoter di Roma, e dal depuratore di Villa Literno gestito dalla Clanius e trasportati dalla Ecologia Euroambiente. Si contesta il conferimento senza autorizzazione, non rientrando tra i rifiuti ammissibili, e anche le emissioni moleste olfattive. A Gattu, viene contestato, in qualità di presidente del Consorzio e in concorso con gli amministratori delle altre società, di non aver predisposto e attuato un modello di gestione e di organizzazione idoneo a prevenire tali reati, come previsto dalla normativa in vigore. Dagli accertamenti dei Noe è, inoltre, emerso che i semirimorchi impiegati per il trasporto dei fanghi dalla Campania, erano privi di iscrizione all’Albo nazionale gestione rifiuti, per il trasporto sul territorio nazionale di questa tipologia di rifiuto, classificato come pericoloso. Il Cipnes contesta che il campionamento sia stato fatto in assenza dei rappresentanti del Consorzio e dell’Arpas.

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