La Nuova Sardegna

Olbia

Mater Olbia, ecco i primi pazienti

di Stefania Puorro
Mater Olbia, ecco i primi pazienti

Sessanta visite al debutto degli ambulatori. Il ds Acciaro: a marzo l’accreditamento per le degenze

13 dicembre 2018
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OLBIA. Maria, 60 anni, gallurese, cammina nel parcheggio con una cartella sotto il braccio. «Devo mostrare tutti i referti degli esami all’ortopedico. Ho un appuntamento con lui. Ho telefonato una settimana fa e oggi sono qui. Non mi sembra vero». E’ stata lei una delle prime pazienti a varcare l’ingresso del Mater Olbia, ieri mattina. In tutto erano una sessantina, nella giornata d’esordio, e gli ultimi sono andati via attorno alle 19. «Io ho prenotato una visita ginecologica due giorni fa - aggiunge una giovane donna - e tra poco incontrerò la specialista. Sono stata operata l’anno scorso a Milano, ma il Mater è finalmente una realtà. E rappresenterà un punto di riferimento importante per tutti i sardi che, come me, sono andati a curarsi fuori».

C’è anche chi ha prenotato più di una visita. «Oggi ne devo fare 3 e questa settimana completerò il check up - dice una ragazza -. Avrò presto tutte le risposte che mi servono».

Nell’ospedale d’eccellenza che ha aperto i battenti ieri con le prestazioni ambulatoriali ad alta specializzazione, non c’era confusione. Non c’è stata, per scelta, nessuna cerimonia inaugurale e l’attività è cominciata in maniera soft. Quindici gli ambulatori in funzione, con gli specialisti del Gemelli che in questa prima fase faranno avanti e indietro. In attesa che il Mater possa aprire i reparti per i ricoveri. «Questo avverrà sicuramente ad aprile, perché a marzo presenteremo la seconda richiesta di accreditamento alla Regione - ribadisce Marcello Acciaro, il direttore sanitario sardo del Mater Olbia -. Vorrei precisare una volta di più che si tratta di una procedura molto complessa, diventata obbligatoria dopo l’incidente del 1997 nella camera iperbarica del Galeazzi. Si cambiò rotta: affinché ogni ospedale potesse essere accreditato e autorizzato a operare, si dovevano avere determinati requisiti: per gli impianti, la tecnologia, l’organizzazione, le strutture. Così ogni Regione ha definito e dettato le nuove regole per ottenere l’accreditamento al Sistema sanitario nazionale e la Sardegna ha fatto davvero un eccellente lavoro. Nella richiesta che noi presenteremo per la seconda fase, quella delle degenze, dovremo dunque fornire una miriade di informazioni sul funzionamento dell’ospedale e su tutte le prestazioni da erogare. Ma a marzo saremo pronti».

Al Mater Olbia, che si estende su una superficie di 43mila metri quadri, ci sono ancora alcune aree da sistemare. All’ingresso partiranno presto i lavori del centro di radioterapia, all’avanguardia anche a livello internazionale, e nella zona esterna gli operai sono impegnatissimi. I lavori nell’edificio, invece, sono già a un ottimo punto.

C’è ancora tanto da fare per le assunzioni. «Abbiamo il tempo per cercare e trovare il meglio - chiude Acciaro -, perché noi puntiamo ad avere dei veri leader alla guida dei reparti. Contano i meriti e le capacità. Ciò che è certo sin d’ora è che moltissimi dei futuri dipendenti del Mater Olbia saranno sardi».



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