La Nuova Sardegna

Olbia

Alessia di Luras e Chiara di Nuoro: «Eravamo al mercatino di Strasburgo poco prima dell’attentato»

Sebastiano Depperu
Alessia di Luras e Chiara di Nuoro: «Eravamo al mercatino di Strasburgo poco prima dell’attentato»

Due studentesse sarde che dovevano ritirare un premio

14 dicembre 2018
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TEMPIO. Non avrebbero mai immaginato di trovarsi a Strasburgo in mezzo ad un attentato terroristico le due studentesse sarde Alessia Tamponi di Luras e Chiara Paddeu di Nuoro. Le due ragazze, accompagnate da Adriana Brandano di Tempio, sono le vincitrici della 31esima edizione del concorso indetto dal Movimento per la Vita dal titolo “La vita diritto di tutti o privilegio di pochi?” Per la Sardegna. Premio: quattro giorni a Strasburgo.

Mezz'ora prima, anche loro, con la delegazione di 60 studenti italiani, tra i 16 e i 19 anni, altri vincitori del concorso, erano in giro proprio nella zona dei mercatini di Natale del centro. «In giornata - spiega la sedicenne lurese - siamo andati a visitare la cattedrale e a seguire la messa. Successivamente, abbiamo fatto un giro per i mercatini. Praticamente anche mezz'ora prima che succedesse l'attentato eravamo lì in zona». Il gruppo, poi si è spostato a cena in un ristorante sempre del centro. «Ci siamo accorti che qualcosa non andava - aggiunge Alessia Tamponi -. Per fortuna eravamo già all’interno del ristorante quando è successo tutto e ci hanno fatti rimanere lì per tre lunghe ore. Sentivamo le sirene, rumori continui. Non ci hanno fatto muovere dalla sala sotterranea del locale in modo da essere protetti». Tra i ragazzi qualcuno chiamava i familiari e gli amici per rassicurarli, altri piangevano. Ma tutti si sentivano al sicuro. Sentivano gli elicotteri passare sopra le loro teste. D'altronde la sparatoria è avvenuta a pochi minuti a piedi dal ristorante.

«Ci hanno rassicurato - racconta ancora la studentessa lurese che frequenta la quarta Cat (geometri) dell'Istituto "Ferracciu-Pes" di Tempio -: i dipendenti del ristorante sono stati gentilissimi e disponibili con tutti. Ci hanno servito dell'acqua e, per chi l’avesse voluto, c'era anche del caffè a disposizione». Passata l'allerta, dopo tre ore, i ragazzi hanno potuto abbandonare il locale a piccoli gruppi e sono rientrati in albergo. Il pensiero a quella sera, però rimane: «Ne sentirete parlare ai tg, lo leggere nei giornali o sul web; ma, mai riuscirete a capire, provandole davvero, come ci si sente in situazioni del genere. Il panico diventa padrone del tuo corpo e devi solo respirare un po' più forte. Per strada solo militari e gente armata ad ogni angolo: è questo quello che noi 60 ragazzi abbiamo dovuto passare martedì sera. Era un viaggio che sarebbe dovuto essere di puro divertimento, istituzionale e di serietà». Le ragazze sono rientrate ieri in Sardegna. E tra i loro ricordi, ci sarà anche il terrore provato.

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