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Olbia, l'ira degli sfollati: fateci tornare a casa

Dario Budroni
Olbia, l'ira degli sfollati: fateci tornare a casa

Dopo sei giorni la gru di via Loi che minaccia una palazzina è ancora in piedi: «La nostra pazienza è finita»

15 dicembre 2018
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OLBIA. La gru è ancora in piedi e loro sono sempre fuori casa. Da qualche giorno vivono nelle stanze di un residence e di un hotel che si trovano nel cuore del centro storico. «Tutto molto bello, per carità. Ma noi vogliamo tornare a casa nostra. La pazienza è finita: se martedì non demoliranno quella gru, noi prenderemo e torneremo nelle nostre abitazioni». Patrizia Loriga ha l’energia tipica di chi sa bene di avere ragione. Grida tutta la sua rabbia sotto i portici di un palazzo che si affaccia su piazza Matteotti. È qui che alcune delle 13 famiglie della palazzina di via Emanuela Loi sono state ospitate a spese del Comune. Vivono tra le mura del residence Regina Elena, mentre le altre famiglie sono state sistemate nelle camere del vicino hotel Panorama. «I giorni continuano a passare senza che noi possiamo tornare a casa nostra – continua Patrizia Loriga –. Siamo stufi, questa situazione è paradossale». Tutto ruota attorno a ciò che è accaduto domenica scorsa in via Emanuela Loi, nel rione di San Nicola, quando il forte vento di maestrale ha pericolosamente piegato il braccio di una imponente gru. Una struttura tra l’altro da anni abbandonata a se stessa e finita al centro di un contenzioso tra due imprese. Per motivi di sicurezza, il Comune ha ordinato l’evacuazione di un’intera palazzina con la sgangherata gru sospesa sul tetto. Inoltre ai proprietari della gru ha ordinato l’immediata demolizione. Il sindaco Nizzi, che esprime solidarietà agli sfollati, annuncia che la situazione sarà risolta entro martedì.

La rabbia. Giorgio Coppens, reduce da una operazione piuttosto invasiva, fa parte del gruppo dei cittadini allontanati da casa. «L’attico della palazzina è il mio. Se quella gru dovesse cadere prenderebbe in pieno casa mia – spiega –. Sono comunque 4 anni e mezzo che ne chiediamo la demolizione, ma nessuno ci ha mai ascoltato. In occasione del forte vento ha sempre oscillato. Per me oggi è una sofferenza vivere fuori casa. Devono fare in fretta». Emanuela Careddu è una giovane mamma con una bimba di due mesi. «Sì, se martedì non demoliranno la gru noi entreremo lo stesso a casa – afferma –. Adesso stiamo vivendo in hotel. Il personale è gentilissimo, però abbiamo bisogno di tornare a casa nostra. In questo momento anche fare una lavatrice e stendere i panni diventa problematico». Patrizia Loriga è preoccupata: «Ci hanno accompagnato a prendere i beni più necessari, ma ricordiamoci che le nostre case sono al momento disabitate. Abbiamo anche paura che entrino i ladri».

Il sindaco. Mercoledì è ufficialmente partita la lettera-ultimatum del Comune alle imprese che non si mettono d’accordo sulla proprietà della gru. Per la demolizione hanno avuto tre giorni di tempo. E considerato il weekend, la scadenza è fissata alla mezzanotte tra lunedì e martedì. «Il tempo scade lunedì – conferma il sindaco Settimo Nizzi –. Se i privati non demoliranno la gru interverremo noi e addebiteremo a loro il costo dell’operazione. Abbiamo già allertato una ditta. Siamo dispiaciuti per ciò che è capitato ai nostri concittadini».

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