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Olbia

Ricerca e medicina sportiva avanti con gli investimenti

Ricerca e medicina sportiva avanti con gli investimenti

Lucio Rispo, ad della società operativa di Qatar Foundation, parla della Fase 2 «Dopo l’avvio dell’ospedale, ecco gli interventi per lo sviluppo del territorio»

18 dicembre 2018
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OLBIA. Si chiama “Sardinia Healthcare and Research Properties” ed è il braccio operativo di Qatar Foundation. Ovvero, la società che seguirà lo sviluppo degli investimenti a lungo termine in Sardegna e nel resto d’Italia della Qfe e che è appunto proprietaria delle strutture del Mater Olbia. Lucio Rispo è stato nominato amministratore delegato ed è lui a cominciare a parlare dei prossimi progetti legati all’ospedale di eccellenza e che si dovranno concretizzare con nuovi alleati.

«Dopo l’avvio delle attività del Mater Olbia - dice Rispo - è il momento di partire con la “Fase 2” che prevede ingenti investimenti finalizzati allo sviluppo territoriale. I primi interventi riguardano la realizzazione della struttura che ospiterà il centro di ricerca e quello dedicato alla medicina sportiva». Per quanto riguarda il centro di ricerca, come ha detto durante la sua visita al Mater Olbia anche il professor Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, «Qatar Foundation ha già preso contatti con le università dell’isola e questo è un ottimo punto di partenza per lavorare in sinergia». Per ora, però, non si parla di tempi. Ma i progetti, come si sa, sono pronti. Tra questi c’è anche quello di un hotel con 300 stanze e 440 posti letto.

«Per Qatar Foundation è una tradizione valorizzare le caratteristiche e le potenzialità della realtà in cui opera ed è per questo - aggiunge Lucio Rispo - che procederemo a portare avanti tutti gli investivamenti legati allo sviluppo del territorio e alla sua innovazione con supporto tecnologico. Ma, al tempo stesso, definiremo un sistema a rete».

E’ dal 2015 che Rispo ha cominciato a gestire la delicata fase di ristrutturazione e il processo che ha portato all’apertura del Mater. La cui storia è cominciata trent’anni fa quando don Verzè sbarcò a Olbia proponendo il suo San Raffaele Sardo (1988) all’allora sindaco Gian Piero Scanu. Lui appoggiò e sostenne subito il progetto, tanto che un anno dopo venne firmata la prima convenzione tra Comune e Fondazione Monte Tabor. I lavori partirono però quasi vent’anni dopo e andarono avanti spediti sino all’ennesimo stop: tra il 2011 e il 2012 l’impero di don Verzè fallì.

Quando sembrava che l’ospedale d’eccellenza dovesse rimanere un’incompiuta, apparve il Qatar e nel giugno del 2014, dopo il via libera del consiglio comunale, venne presentato il piano industriale per il San Raffaele. In quel momento venne ufficializzato il nome del primo partner scientifico: il Bambin Gesù. Quindi la firma tra Regione e Qatar Foundation, per arrivare al cambio del nome (a ottobre): da San Raffaele a Mater Olbia. Gli annunci di un’imminente apertura del grande ospedale sono stati tanti, ma non è successo nulla per altri tre anni. La svolta è arrivata nel 2017 quando Lucio Rispo, responsabile per gli investimenti diretti di Qatar Foundation Endowment in Italia, ha fatto sapere che era stato chiuso l’accordo con un nuovo partner scientifico: la Fondazione Gemelli. Che ha avviato l’attività nei tempi annunciati: gli ambulatori ad alta specializzazione sono stati aperti lo scorso 12 dicembre mentre ad aprile entreranno in funzione i reparti. E ora l’ad della società “Sardinia Healthcare and Researche Properties” anticipa l’avvio della Fase 2 per portare avanti il resto degli investimenti.(s.p.)

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