La Nuova Sardegna

Olbia

La Cgil medici denuncia: «A Tempio una sanità alla deriva»

di Angelo Mavuli ; w
La Cgil medici denuncia: «A Tempio una sanità alla deriva»

Chiarelli sottolinea il caso Otorino: non si operano più i bimbi sotto i 5 anni.Alt alle mammografie per mancanza di tecnici, attività ridotta in molti reparti

20 dicembre 2018
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TEMPIO. «Quella che dagli alti vertici dell’Ats e dell’Assl di Olbia viene definita “ottimizzazione delle risorse umane per una sanità di alto livello in regime di sicurezza”, si sta rivelando in Gallura, una deriva per la sanità pubblica». Ad affermarlo in un comunicato, è stato Giorgio Chiarelli della Cgil medici che opera al Paolo Dettori.

«Da tempo - scrive -, raccolgo le segnalazioni e le lamentele dei colleghi messi quotidianamente in difficoltà nell’assolvimento del loro lavoro da una sorta di rigide linee guida imposte come norme di sicurezza che non fanno altro che vanificare la professionalità e la dedizione di vari addetti ai lavori. Una pesante burocratizzazione dell’attività, che umilia la dignità professionale di quelli che sono i veri “Operatori d’opera” per la sicurezza dei malati». Il rappresentante sindacale non si limita ad accuse generiche ma fa una lunga elencazione delle «cose assurde che l’osservanza rigorosa delle cosiddette linee guida di sicurezza sta provocando. In virtù di queste linee guida, dettate evidentemente da gruppi di potere - dice Chiarelli -, in Otorino, per esempio, non possono essere più operati i bambini sotto i cinque anni. Gli stessi, infatti, per rispettare le norme di scurezza imposte, anche per una banale tonsillectomia, dovranno essere operati al Gemelli, al Mayer di Firenze o al Gaslini di Genova. Oppure, in attesa dei 5 anni che consentirebbero l’operazione anche a Tempio, debbono sorbirsi due o anche tre anni di antibiotici per lenire, ad esempio, una tonsillite. Si parla di interventi - scrive ancora Chiarelli -, che il reparto tempiese ha sempre svolto da 30 anni a questa parte con standard elevatissimi di cura e sicurezza». Chiareli segnala anche che in Radiologia «una volta all’avanguardia per l’accuratezza della diagnostica, non si esegue più la mammografia. Non per carenza di apparecchiature, ma semplicemente per mancanza di tecnici. Solo quattro a fronte dei 19 che operano ad Olbia. Fa da contraltare - prosegue ancora il rappresentante della Cgil, (che si chiede anche che fine abbia fatto la tanto decantata prevenzione del tumore alla mammella) -, l’esaltazione da parte dell’Assl di Olbia delle 57 mammografie fatte in questi giorni dal Mater Olbia».

Chiarelli, sulla disparità dei numeri, si chiede anche che fine abbia fatto l’“ospedale di area omogenea” «che doveva assicurare un interscambio di personale, compresi anche i tecnici di laboratorio, in caso di necessità, fra Olbia, Tempio e La Maddalena. Un ospedale omogeneo, quindi, a uso e consumo di pochi». La Cgil medici denuncia infine una drastica riduzione dell’attività in Chirurgia, in Medicina («dove il cardiologo soprattutto al pomeriggio è assente»), nel Laboratorio analisi e nel Centro trasfusionale.

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