La Nuova Sardegna

Deposito scorie radioattive, dal governo poca trasparenza

Eugenia Tognotti
Deposito scorie radioattive, dal governo poca trasparenza

L'OPINIONE - I siti ancora top secret peggio del terzo segreto di Fatima, e la “consultazione pubblica” è passata sotto silenzio

25 settembre 2017
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Ed eccoci (ancora) a ragionare del Deposito nazionale (Dn) per le scorie radioattive, dove, nei secoli dei secoli, dovranno essere conservati, nella massima sicurezza, migliaia di metri cubi di materiali radioattivi (residui del ciclo energetico delle centrali nucleari dismesse e di attività di ricerca e medico-sanitarie, rifiuti industriali, ecc.). Non che sia stata infine resa nota - col nulla osta dei Ministeri competenti - la Cnapi, acronimo di Carta Nazionale delle Aree potenzialmente idonee, realizzata seguendo una serie di criteri (rischio sismico, pericoli di frane e allagamenti, distanza dalle città, densità della popolazione, ecc.).

Ben custodita come, a suo tempo, il terzo segreto di Fatima, la carta è ancora top secret, anche se il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, qualcosa si è lasciato sfuggire nella sua recente visita in Sardegna, assicurando che è destituita di fondamento l’ipotesi (sciagurata) che questa terra-isola sia compresa tra i siti individuati. In assenza di riferimenti geografici precisi - da cui non si può evidentemente prescindere per l’individuazione dell’impatto ambientale e dei potenziali rischi - è lecito chiedersi che senso abbia avuto la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (Vas), relativa al Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi. La 'consultazione pubblica' si è chiusa il 13 settembre, dopo 60 giorni dal suo avvio, annunciato, nel pieno dell’estate, dalla Gazzetta Ufficiale (15 luglio, n.164), come prescritto.

Singoli cittadini, associazioni, comitati, imprese, soggetti istituzionali, enti locali, potevano far pervenire, in forma scritta, le proprie ‘osservazioni’ dopo aver imparato a destreggiarsi in una selva intricata di acronomi; e dopo aver consultato decine di documenti di diverso approfondimento tecnico - proposta di programma, rapporto ambientale e sintesi non tecnica- disponibili sui due siti web dei ministeri, che riconducono al portale della commissione Via Vas dell’Ambiente. Peggio per i cittadini comuni che non annoverano la Gazzetta ufficiale tra le loro letture abituali e si sono colpevolmente persi l’annuncio, privo non si dica della risonanza ‘urbi et orbi’, riservata ad annunci spirituali; ma di una pur modesta eco nazionale. Non potranno ora lamentarsi, a fase conclusa, per non aver potuto dire la loro. Come si può verificare nel sito web istituzionale ministero Ambiente-Valutazioni Ambientali sono 252 gli atti di osservazione pervenuti da tutto il territorio nazionale.

Dalla Sardegna sono giunte le osservazioni di gruppi ambientalisti, dell’Anci Sardegna e dell’assessorato regionale alla difesa dell’Ambiente. Ci sarebbe molto da dire sul simulacro di ‘democrazia’ e di “trasparenza” della consultazione pubblica aperta - per rispondere alle direttive europee - dai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico. La cosiddetta valutazione strategica ambientale, Vas, si è svolta senza che fossero noti gli elementi conoscitivi sulla localizzazione del sito destinato ad accogliere i rifiuti radioattivi. Come se, per fare un esempio limitato al ‘metodo’, la popolazione di un paese fosse chiamata ad esprimersi sull’impatto di una strada o di una linea ferroviaria senza conoscere i luoghi a cui sono destinate, e, quindi, la morfologia, l’orografia, l’idrografia, la distribuzione degli insediamenti , ecc. e rimandando la valutazione del potenziale impatto ambientale (Via) al momento della realizzazione delle opere.

Su questa ‘metodologia distorta’, hanno, giustamente, avanzato rilievi sia l’assessorato regionale che l’Anci Sardegna, nel documento steso dal presidente Emiliano Deiana, sindaco di Bortigiadas e dall’attivissima e competente sindaca di Arborea, Manuela Pintus, consigliera nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Come non condividere la loro pertinente osservazione critica? ‘Appare evidente l’anomalia legata al fatto di dover effettuare delle osservazioni puntuali in fase di Vas, laddove si renderebbe necessario, invece, acquisire informazioni di dettaglio rispetto ai siti che il Governo intende eleggere come idonei allo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. I cosiddetti fattori perturbativi, generati dal Dn ed elencati nel Rapporto ambientale, rimangono in tal modo avulsi da ogni considerazione concreta, mancando (senza la localizzazione dei siti) la possibilità di effettuare una analisi completa e compiuta dei fattori di rischio direttamente connessi al territorio interessato’. Per conoscere la localizzazione del Dn - che sarà oggetto di un altro provvedimento (e di una Valutazione di Impatto Ambientale) - occorrerà attendere (ancora). Il Deposito nazionale delle scorie nucleari - arma a doppio taglio della tecnologia moderna - s’ha da fare, su questo non c’è dubbio. Ma l’impressione è che la strada imboccata non sia quella che condurrà ad una scelta giusta, democratica e condivisa.

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