La Nuova Sardegna

Oristano

L’ufficiale che disobbedì all’ordine ingiusto: il caso in Parlamento

L’ufficiale che disobbedì all’ordine ingiusto: il caso in Parlamento

Interrogazione di M5s, Cotti primo firmatario

09 marzo 2014
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ORISTANO. Approda in commissione Difesa del Senato, il caso di David Grassi, l’ufficiale della Marina militare che dodici anni fa venne punito con 15 giorni di consegna per essersi rifiutato di scaricare in mare alcune tonnellate di olio di macchina della nave da guerra sulla quale prestava servizio nei pressi del Corno d’Africa.

Martedì la commissione esaminerà infatti l’interrogazione presentata dai senatori 5 Stelle (primo firmatario, Roberto Cotti), che fra le altre cose, chiede di sapere quali strumenti di garanzia esistano nella Marina militare per il riconoscimento delle sanzioni ingiuste.

Il tenente di vascello, originario di Oristano ma attualmente residente a Livorno (città nella quale l’Idv ora lo vorrebbe addirittura candidare alla carica di sindaco), pagò carissimo quel “signornò” pronunciato per evitare un caso di grave inquinamento e solo a febbraio, dopo 12 anni, il Tar di Genova gli ha cancellato la sanzione disciplinare ma non ha riconosciuto alcuna forma di risarcimento danni.

Perciò la battaglia legale di David Grassi, che nel frattempo ha smesso la divisa ed ora svolge la professione di ingegnere, è solo agli inizi. “Attendiamo le scuse da parte del Ministro per questa gravissima ingiustizia subita dall’ufficiale che rispettò la legge rifiutandosi di provocare un grave danno all’ambiente”, aveva dichiarato il senatore Cotti all’atto di presentare l’interrogazione.

David Grassi, parlando ai giornalisti, ha raccontato della difficoltà di continuare ad indossare la divisa dopo quella punizione, poi rivelatasi ingiusta. Tanto da convincerlo a lasciare la Marina militare e a rinunciare il suo progetto più grande: «Insegnare all’accademia di Livorno per stare con i giovani militari».

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