La Nuova Sardegna

Oristano

La Cisl: il territorio muore e voi che fate?

La Cisl: il territorio muore e voi che fate?

Il segretario della Fisascat attacca l’intera classe politica: «Non avete il coraggio di urlare la miseria del vostro popolo»

08 aprile 2014
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ORISTANO. Una lettera aperta al Presidente della Provincia, alla Giunta e all’intero consiglio per denunciare la distanza, definita siderale, che separa i palazzi della politica dalle gente e la terribile condizione dei lavoratori delle ditte d’appalto e delle società in-house. La scrive il segretario provinciale della Fisascat-Cisl Giovanni Battista Cirilli che sottolinea come «in questi giorni, molto silenziosamente, si sta consumando un dramma. Sono gravemente in pericolo circa un centinaio di posti di lavoro, causa tagli e sforbiciate varie alle risorse destinate per lo svolgimento di servizi di primaria importanza, come la manutenzione ordinaria dell’edilizia scolastica, le pulizie dei locali provinciali e ultimo e non per ultimo il servizio di portierato. Abbiamo assistito a varie sedute del Consiglio Provinciale dove, dopo pareri tecnici, dibattiti accesi, promesse vane soprattutto nell’imminente periodo elettorale scorso, siete giunti ad un nulla di fatto, lasciando che le cose accadessero ineluttabilmente. Non un segno utile, non un impegno serio, promesse, solo vane promesse». Il segretario della Cisl accusa di scarso impegno la giunta provinciale. «Mancano dal bilancio 2,5 milioni di euro perché la Regione ha tagliato i fondi alla Provincia, ma la soluzione non può essere quella di tagliare servizi e personale». Semmai, dice più avanti lo stesso sindacalista, bisogna tagliare i compensi agli amministratori se non dei dirigenti.

La situazione delle ditte d’appalto e delle società in-house della Provincia è descritta a tinte fosche dal dirigente sindacale: «sono figli di un dio minore, operai, gente che fatica sul serio, gente che ogni giorno arriva da tutti i paesi della Provincia, alcuni anche da altri territori, per uno stipendio da fame. C’è chi percepisce al massimo 3-400 euro al mese, i più fortunati raggiungono a stento i 900 euro. Loro sono gente umile, quelli che di mattina si alzano presto, quelli che fanno il lavoro sporco, i traslochi, la manutenzione scolastica, preparano il “Leonardo da Vinci” per accogliere la sede di alcuni Assessorati Provinciali, puliscono i vostri uffici, filtrano il passaggio delle persone all’interno del Palazzo, sorvegliano il patrimonio pubblico fino alle 10 di notte in luoghi isolati, bui e da soli, festivi compresi, donne comprese, madri di famiglia. Mi chiedo se questa è la giusta soluzione ai tagli oppure si poteva fare di più». Il sindacalista infine critica le incompiute e i fallimenti della Provincia: aeroporto, industrializzazione, il Ginnasio di Laconi. Non meravigliamoci poi se le persone vanno a mangiare alle mense della carità, spopolano le nostre terre, compiono gesti estremi».

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