La Nuova Sardegna

ARBOREA. Tra i mille problemi che deve affrontare da anni, la Società bonifiche sarde incappa anche in un guaio giudiziario che coinvolge il suo rappresentate legale. Ma più che un guaio giudiziario, quello che vede imputato Gianni Ibba – l’udienza si è tenuta mercoledì – sembra un guazzabuglio di norme ed enti. Ad ogni modo l’accusa che muove il pubblico ministero Giuseppe Scarpa è quella di aver ritardato il pagamento dei versamenti dell’Inps ai propri dipendenti. La contestazione riguarda quasi sessantamila euro di contributi, ma la deposizione in aula di un funzionario dell’Inps non ha dissolto le perplessità che l’avvocato difensore Giannella Urru ha palesato con numerose domande.

Grazie a queste, di fronte al giudice monocratico Riccardo Ariu, è stato ricostruito lo strano giro che i soldi dei contributi previdenziali dovevano fare e il funzionario non è riuscito a chiarire con precisione tutti i dettagli richiesti dalla difesa. Il ritardo nel pagamento dei contributi previdenziali era legato al fatto che esiste una sorta di convenzione tra la Sbs, l’Inps e l’agenzia Agea che è l’organismo che fa da tramite per distribuire i contributi dell’Unione Europea sui quali si regge la Società bonifiche sarde. L’agenzia Agea ha la possibilità di accedere alla banca dati dell’Inps e qualora noti che i contributi non siano stati versati, provvede al versamento. Non sempre però questo avviene per tempo e di riflesso la Sbs si ritrova inevitabilmente scoperta. Per quel che riguarda il caso in esame di fronte al tribunale, l’Inps provvide addirittura a inviare tramite Equitalia le cartelle esattoriali per recuperare il credito. L’Inps potrebbe quindi aver ricevuto due volte i contributi reclamati, perché la Sbs non è in grado di accedere alle banche dati. Ma nemmeno su questo aspetto il funzionario ha saputo fornire risposte precise.

Il processo proseguirà l’11 febbraio. (e.c.)