La Nuova Sardegna

Oristano

giovane sotto accusa per rapina

La vittima racconta in aula: «Tanti mesi di persecuzioni»

La vittima racconta in aula: «Tanti mesi di persecuzioni»

ORISTANO. «Mi chiedeva continuamente soldi e quella volta cercò anche di picchiarmi. Alla fine no ne ho potuto più e mi sono rivolto ai carabinieri». È il racconto reso ai giudici (presidente,...

06 giugno 2015
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ORISTANO. «Mi chiedeva continuamente soldi e quella volta cercò anche di picchiarmi. Alla fine no ne ho potuto più e mi sono rivolto ai carabinieri». È il racconto reso ai giudici (presidente, Francesco Mameli) da un giovane oristanese che, un anno fa, stanco di subire continue minacce e richieste di denaro da parte di un altro ragazzo, ha trovato il coraggio di denunciare tutto, ponendo fine a una brutta storia iniziata quando era ancora minorenne.

Ieri c’è stata l’apertura del processo che vede accusato di rapina, Sandro Mele, 27 anni e attualmente in carcere a Massama, evaso dagli arresti domiciliari disposti a seguito di una denuncia per stalking da parte dell’ex fidanzata e un suo complice, all’epoca minorenne. La vicenda, ricostruita attraverso le testimonianze della vittima e dei suoi genitori, risale a una sera di febbraio dell’anno scorso, quando, secondo l’accusa, Sandro Mele (difeso dall’avvocato Francesco Campanelli) avrebbe raggiunto all’uscita da un bar la sua vittima, per chiedergli del denaro: «Voleva che andassi a casa a prendere soldi, poi mi strappò di mano il portafogli e si prese due banconote da venti euro. Cercò anche di picchiarmi e di colpirmi con un sasso, ma la persona che era con lui, lo bloccò».

La giovane vittima ha anche raccontato come le richieste di denaro erano iniziate poco più di un anno prima, quando, Sandro Mele gli aveva venduto uno spinello «che non gli pagai subito – ha raccontato il giovane –, non avevo i soldi. Così iniziò a tempestarmi di messaggi e minacce».

Le persecuzioni, com’è stato ricostruito in aula, si sarebbero estese anche ai genitori. «Diceva che sarebbe venuto a casa per spaccare tutto», ha raccontato la vittima. Fino a quando, intervenne il padre che, insospettito dal comportamento del figlio, dopo essersi fatto raccontare tutto, contattò Sandro Mele per saldare il debito. «Ci sentimmo al telefono – ha raccontato il genitore – voleva 20 euro. Glieli diedi, sperando che tutto finisse». Non fu così. Il processo continua il 22 ottobre. (m.c.)

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