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Oristano

Mala-burocrazia: ammalato di Sla rimane senza “voce”

di Michela Cuccu
Mala-burocrazia: ammalato di Sla rimane senza “voce”

Il caso di Gianni Pirroni, 62enne agente di commercio Attende la visita per il via libera al puntatore oculare

11 giugno 2015
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SANTA GIUSTA. È una lunga attesa nel silenzio, quella che sta affrontando da tre mesi Gianni Pirroni. Faceva l'agente di commercio, ma soprattutto, era un appassionato di archeologia. Adesso che ha 62 anni, non può parlare, camminare e mangiare per conto suo. Da un anno ha la Sla, acronimo che indica una malattia spietata, la sclerosi laterale amiotrofica. Adesso Gianni è immobile, non riesce a muovere più neppure il braccio che fino a poche settimane fa gli consentiva di utilizzare il computer e leggere e inviare mail. Una situazione durissima, che per Gianni Pirroni potrebbe essere meno difficile da affrontare se solo potesse uscire dalla condizione di silenzio coattivo nel quale è piombato, senza volerlo nè chiederlo. «Gli servirebbe un comunicatore vocale che gli ha prescritto mesi fa il neurologo del Centro Sla dell'Università di Cagliari che lo ha in cura. Ma la Asl di Oristano ancora non ha deciso se assegnarglielo o meno». È Tonino Romaneli, il tutore legale a parlare per lui e raccontare di una storia di attese snervanti, resa insopportabili se si considera che quel comunicatore, o meglio, un "puntatore oculare" che collegato al computer, Gianni Pirroni potrebbe attivare con lo sguardo e ridargli la parola, è l'unica soluzione possibile. «Per la Asl di Oristano, evidentemente, la richiesta dello specialista non è sufficiente - racconta ancora Tonino Romaneli - hanno deciso infatti che invieranno una commissione tecnica con il compito di accertare se Gianni abbia diritto o meno al comunicatore vocale». Ma la Commissione, a visitare il paziente paralizzato dalla Sla, non è ancora andata. «Non sappiamo neppure quando arriveranno. Tutto questo è terribile, se si considera, che i medici di Cagliari ci avevano detto che invece, le cose sarebbero andate molto più rapidamente».

Gianni Pirroni, una volta ottenuta la documentazione sanitaria da Cagliari, era sicuro che in qualche giorno avrebbe ripreso a comunicare con gli altri. Racconta ancora il tutore legale: «Il medico specialista, il neurologo Giuseppe Borghero, aveva scritto nella relazione l'importanza per Gianni di quel presidio. Aveva dichiarato come fosse perfettamente in grado di utilizzare il dispositivo, avviamente dopo aver eseguito in ospedale una serie di test. Gianni aveva dimostrato una facilità estrema a comunicare con questo sistema, era felice. Ma adesso, dopo tanta attesa e troppi ostacoli, non è difficile intuire il suo stato d'animo».

Tonino Romaneli racconta della trafila burocratica che hanno seguito fino ad ora, con la consegna della documentazioni all'Ufficio protesi della Asl, persino un test compiuto dal tecnico di un'azienda che fornisce questo tipo di apparecchiature. «Sembrava che tutto fosse sistemato, già ci preparavamo a parlare con Gianni attraverso la sua “nuova” voce. Invece ancora niente, sola attesa, senza sapere neppure quando la Commissione verrà a visitarlo».

In questo periodo Gianni non è a casa sua, ma ricoverato in una residenza sanitaria di Borore. «Non vuole ricevere - dice il tutore - nemmeno ricevere visite da parte degli amici. La difficoltà nel comunicare lo sta portando ad isolarsi ulteriormente e questo, non è un bene. Ci fa star male e soprattutto, fa star peggio lui». Gianni Pirroni è paralizzato ma la sua mente funziona perfettamente. Tanto da aver affidato ad una mail il suo terribile sospetto: «Peggioro giorno dopo giorno. Penso che non ci sia la volontà di darmi questo puntatore oculare e che il loro, sia un ragionamento spietato nei confronti di un malato».

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