La Nuova Sardegna

Oristano

NELL’EX CARCERE DI PIAZZA MANNO

Abusi in cella, tre condanne e una assoluzione

di Simonetta Selloni
Abusi in cella, tre condanne e una assoluzione

ORISTANO. Nella cella del carcere di piazza Manno aveva subìto violenze e abusi sessuali. Ora, a sostenere la tesi di un detenuto che aveva denunciato i suoi compagni di cella, c’è anche la sentenza...

26 giugno 2015
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ORISTANO. Nella cella del carcere di piazza Manno aveva subìto violenze e abusi sessuali. Ora, a sostenere la tesi di un detenuto che aveva denunciato i suoi compagni di cella, c’è anche la sentenza del tribunale di Oristano, che ieri ha condannato tre detenuti, assolvendone invece uno, per una lunga serie di sopraffazioni compiute su una persona evidentemente debole e indifesa. E così Paolo Ungredda, 31 anni nuorese, allora detenuto per rapine e furti, Graziano Congiu, 32 anni di Simala (nel suo curriculum una rapina, ma di recente accusato di essere l’autore dell’omicidio dell’ambulante Antonio Murranca), e Daniele Daga, 26 anni di Sassari, dentro per rapina, si sono visti infliggere 6 anni e nove mesi, i primi due, e 6 anni e 3 mesi il terzo. Ungredda e Congiu condannati per violenza sessuale, minacce e lesioni, il terzo condannato solo per gli abusi, mentre un quarto imputato, Graziano Pinna, 42 anni di Borore (anche lui era in carcere per una rapina), è stato completamente scagionato dall’unica accusa che gli veniva contestata, ossia un episodio di minacce. Per i primi tre (collegio difensivo composto da Gabriele Satta, Aurelio Schintu e Lorenzo Soro), il pubblico ministero Rossella Spano aveva chiesto la condanna a 8 anni; un anno per Pinna. I giudici (presidente Mameli, a latere Marson e Mereu), hanno anche disposto una provvisionale di 10mila euro al detenuto, che si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Marco Martinez.

Un processo duro, spigoloso. Cartoline dall’inferno descritte da un uomo ridotto in soggezione dai suoi compagni di cella, trasformatisi in aguzzini. Nella galleria degli orrori, mozziconi di sigarette spente sulla nuda pelle, gavettoni con escremente, poi molestie di natura sessuale e minacce. Una umiliazione continua che in qualche modo ha pesato anche nella testimonianza in aula, dove qualche settimana fa la vittima ha reso una deposizione a tratti frammentaria, incerta, costellata di correzioni e in qualche circostanza inesattezze. Forse, semplicemente, figlia della paura: ma su queste incertezze si è basata la linea di difensa dei legali degli imputati. Per i quali si sarebbe trattato di episodi isolati, persino scherzi.

Nessuno scherzo, ha detto il tribunale. Almeno tre degli imputati dovranno rivedere il loroo personalissimo concetto di umorismo. Erano violenze, finalmente uscite da una cella e raccontate in tribunale.

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