La Nuova Sardegna

Oristano

omicidio murranca

Richieste di rinvio a giudizio per i tre amici indagati

di Enrico Carta
Richieste di rinvio a giudizio per i tre amici indagati

POMPU. In tre, magari con ruoli diversi, ma tutti assieme. L’omicidio e l’occultamento del cadavere del commerciante ambulante Antonio Murranca, è figlio di tre menti e tre mani. Il tempo dato agli...

30 giugno 2015
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POMPU. In tre, magari con ruoli diversi, ma tutti assieme. L’omicidio e l’occultamento del cadavere del commerciante ambulante Antonio Murranca, è figlio di tre menti e tre mani. Il tempo dato agli avvocati difensori per produrre memorie o investigazioni autonome è trascorso senza che il pubblico ministero Paolo De Falco abbia cambiato idea. Così ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario dei tre accusati della prima ora, gli unici che sinora siano entrati nell’inchiesta per l’omicidio avvenuto alla fine dello scorso settembre.

L’udienza preliminare dovrà quindi decidere se ci sarà un rinvio a giudizio per Graziano Congiu, allevatore di 30 anni di Ruinas e per i suoi amici Stefano Murru, 39 anni, e Lorenzo Contu, 51 anni, entrambi di Pompu. Il movente sarebbe legato alla voglia di entrare in possesso del piccolo gruzzolo che Antonio Murranca aveva racimolato in quei giorni di fine estate quando era stato in Gallura per portare avanti la sua attività di venditore ambulante di frutta e ortaggi.

Secondo l’accusa, al suo rientro a Pompu avrebbe incontrato i tre amici, che proprio per quelle poche decine di euro si sarebbero trasformati in assassini spietati, capaci anche di organizzare successivamente al delitto l’occultamento nelle campagne di Marrubiu del cadavere che fu ritrovato carbonizzato dentro al furgone che apparteneva allo stesso Antonio Murranca.

Ad incastrare i tre furono poi intercettazioni ambientali, riscontri sulle celle agganciate dai loro telefonini nelle ore precedenti e successive al delitto, immagini delle telecamere di videosorveglianza di alcuni esercizi commerciali. Secondo la procura e anche secondo l’avvocato della famiglia della vittima Gianfranco Siuni, tutto, come in un mosaico ricomposto non senza difficoltà, porta a loro. Una serie di elementi su cui però a più riprese sono arrivate le perplessità degli avvocati difensori Angelo Battista Marras, Carlo Figus e Michele Ibba. Ora quegli indizi avranno un primo banco di prova in aula.

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