La Nuova Sardegna

Oristano

Il Delogu ancora a rischio, i sindaci si mobilitano

di Maria Antonietta Cossu
Il Delogu ancora a rischio, i sindaci si mobilitano

Torna l’incubo del declassamento dopo il piano di riordino regionale della sanità L’ospedale trasformato in un punto di erogazione della sola medicina di base

09 agosto 2015
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GHILARZA. Il Delogu ridotto a un ospedale di comunità? Gli amministratori del territorio insorgono all’ipotesi di un declassamento del presidio sanitario. Neanche incassata la notizia positiva dell’avvio del servizio Tac, ecco che nubi nere si addensano sopra il presidio sanitario ghilarzese. In base all’interpretazione del piano regionale di riordino della rete ospedaliera, la struttura sembrerebbe destinata a diventare un punto di erogazione della sola medicina di base.

Se questa prospettiva si traducesse nella pratica il pronto soccorso tornerebbe ad essere un semplice punto di primo intervento che funzionerà per sole dodici ore al giorno anziché in regime h 24; inoltre saranno eliminati i posti di degenza. Il drastico ridimensionamento ventilato nella delibera numero 38 del 28 luglio sta scatenando la rabbia degli amministratori locali che sfocerà in un’eclatante manifestazione di protesta.

Mercoledì mattina formeranno una catena umana attorno al Delogu, a simulare le barricate che, unitamente alle comunità locali, sono pronti a fare per preservare un servizio tenuto in vita con lo scotto di pesanti rinunce. La mobilitazione si annuncia massiccia sia dal Guilcier e dal Barigadu che dagli altri paesi che gravitano attorno al distretto sanitario di Ghilarza. Dopo la dimostrazione davanti all’ospedale, che verrà letteralmente circondato dai dimostranti, si terrà un’assemblea pubblica.

Al centro della contestazione non c’è solo la sostanza ma anche il metodo. «Siamo stati messi davanti al fatto compiuto – accusa il sindaco Alessandro Defrassu –. Hanno avuto un anno e mezzo per redigere il piano e non è mai stato aperto un tavolo di confronto preventivo con i territori. Inoltre abbiamo chiesto un incontro all’assessore alla Sanità e non abbiamo ottenuto risposta». La vertenza è quindi aperta. «Vogliamo mantenere il pronto soccorso e i posti letto perché l’ospedale deve restare un ospedale – dice il primo cittadino ghilarzese –. Mantenerlo in piedi significa contribuire a ridurre i costi della mobilità passiva, oltre che dare alle popolazioni, continuamente private dei servizi, una ragione per restare unite».

Due giorni prima dell’azione dimostrativa la protesta sbarcherà a Paulilatino. Il sindaco Domenico Gallus, che ha acceso la miccia della contestazione alzando il velo sui progetti di ridimensionamento, esporrà le intenzioni della Regione e farà appello alla mobilitazione generale. «Siamo sconcertati dal silenzio assordante dei consiglieri regionali dell’Oristanese. Chiederemo alla Regione un ripensamento, perché questo è uno sfregio al nostro territorio».

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