La Nuova Sardegna

Oristano

Dramma sfiorato a Mari Ermi, ecco le falle nel sistema del 118

di Simonetta Selloni
Dramma sfiorato a Mari Ermi, ecco le falle nel sistema del 118

Cabras, la denuncia di un medico intervenuto per aiutare una persona colta da malore in spiaggia Nel territorio di competenza della Asl solo quattro ambulanze dispongono del dottore a bordo

29 agosto 2015
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CABRAS. La percezione del dramma sfiorato e la sensazione che la sicurezza nelle spiagge del Sinis sia ancora lontana dai livelli ottimali. E non è un problema circoscritto alla sola mancanza del servizio di salvamento: due giorni fa a Mari Ermi qualcosa non ha funzionato nella macchina dei soccorsi a un turista che si è sentito male. A sollevare la necessità di una revisione del sistema di intervento è un medico, Alessandro Paoluzi, che l’altra mattina era a Mari Ermi e ha soccorso il turista. «L’uomo ha avuto un malore poi evoluto in arresto cardiaco. I soccorritori in spiaggia tra cui il sottoscritto – scrive Paluzi – hanno cominciato subito il massaggio cardiaco e le altre manovre di intervento, e chiamato il 118. Dopo circa 20 minuti è arrivata da Cabras un'ambulanza del 118 con tre volontari senza medico che hanno cominciato a defibrillare e chiamata un'altra unità mobile con medico da Oristano che è sopraggiunta in altrettanti 20 minuti». Totale, 40 minuti prima che il turista fosse soccorso da una medicalizzata del 118. «Malgrado la buona volontà di tutti e la gravità dell'evento () é evidente che il sistema del 118 è carente in quella zona. Ci si chiede allora come possano alcuni volontari del 118 fronteggiare in un litorale ad alta densità di bagnanti come quello di Cabras in estate l'eventualità di emergenze sanitarie quale quella di ieri senza un medico disponibile».

Domande che riconducono alla mappa della distribuzione delle postazioni avanzate che hanno il medico a bordo. In Sardegna sono 24, ne servirebbero almeno 50. A dirlo è lo stesso assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru, che il 28 aprile scorso, nell’assegnare un finanziamento di 250mila euro per l’acquisto di una autoambulanza da destinare al 118, aveva rilevato l’insufficienza del sistema. La ragione è puramente economica: una “medicalizzata” ha un costo annuo di un milione e 200mila euro. Queste ambulanze sono così distribuite: 14 nel centro-sud, 10 nel centro-nord. Il piano che ne stabiliva la dislocazione è però datato alcuni anni. Nel territorio che fa capo alla Asl di Oristano, a fronte di 17 associazioni che fanno servizio per il 118, solo quattro sono “postazioni avanzate dotate di medico”: Oristano, Ales, Ghilarza e Bosa. Non c’è Cabras, ovviamente.

Ora, quanto accaduto a Mari Ermi potrebbe essere il frutto di un difetto di comunicazione generato da chi ha allertato il 118. Forse la prima segnalazione all’operatore non delineava con chiarezza la gravità della situazione. Tanto che solo in un secondo momento si è mossa, da Oristano, l’ambulanza con il medico a bordo, arrivata nei tempi prescritti di intervento, 20 minuti. Peccato che si siano sommati agli altri 20 del mezzo proveniente da Cabras. Ma i dubbi sollevati dal turista-medico sulla necessità di rivedere il piano dei soccorsi, sono del tutto legittimi. La questione della sicurezza in spiagge affollate richiederebbe forse una revisione del piano di distribuzione delle “medicalizzate”. In attesa che vengano aumentate. I costi sono alti, e per ora in capo alla Regione, che gestisce il 118. Serviranno sinergie diverse, con Asl, Comuni, privati. Se davvero si vorrà avere un piano di sicurezza più efficace.

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